Lido Adriano, il rapper Inoki all'Under Fest Prequel

Fabiano Ballarin, in arte Inoki, sarà in concerto, questa sera mercoledì 21 luglio, con band al seguito, all'Under fest prequel a Lido Adriano (piazza Vivaldi) per il suo “Medioego tour”.

Da sempre genio e sregolatezza, l’icona del rap, classe 1979, presenterà i suoi pezzi storici, ma soprattutto l’ultimo album omonimo (per Asian Fake/Sony Music Italy), bello quanto forse disatteso, una denuncia contro l’individualismo. Il disco, che si apre a sonorità contemporanee, senza rinnegare il passato, si avvale di 9 produttori, tra cui Salmo, e di tante collaborazioni. Senza dimenticare la voce di Noemi prestata al pezzo, intenso, “Ispirazione”.

Inoki, sarà sul palco nonostante la frattura al perone procuratasi durante la prima data del tour?

«Ci sarò, lo devo a me stesso e al pubblico. È da due anni che non suono, ne sento la necessità fisiologica».

Che cosa ha fatto in questi anni di silenzio? Si sono susseguite voci metropolitane su di lei. Si diceva addirittura che avesse smesso di fare rap.

«In realtà non ho mai smesso, ho fatto musica autoprodotta, ho scritto e suonato».

Come nasce “Medioego”?

«Dall’esigenza di scrivere, ho bisogno di farlo quotidianamente come il panettiere fa il pane».

È originario di Ostia, ma ha vissuto in molti posti diversi: casualità o necessità?

«Sono sempre stato nomade. So per esperienza che non riesco a stare nello stesso posto per più di due anni. Adesso sento l’esigenza di tornare a Milano per continuare il mio lavoro su questa strada».

Come è cambiato Inoki dagli esordi a oggi?

«Sono cambiato come tutti i ragazzi di strada. Adesso quando scrivo non sono più in preda ai fremiti di un 14enne, sono più consapevole».

Nel frattempo è diventato anche padre: cosa vorrebbe insegnare a sua figlia e cosa invece le ha insegnato lei?

«Vorrei insegnarle a essere una persona forte. Lei mi ha insegnato a sorridere e a credere in me stesso».

Il disco non è quello che il suo pubblico si aspettava?

«All’inizio ho ricevuto delle critiche e mi sono detto: forse ho fatto qualcosa troppo di nicchia. Poi però ha avuto un buonissimo riscontro. Adesso vorrei aprirmi a tutti, sfruttare il mio talento per fare questo lavoro al meglio».

Come si è trovato a lavorare al fianco di Noemi?

«All’inizio il brano “Ispirazione” avrei voluto scartarlo, ma conoscere Noemi mi ha fatto cambiare idea. Oggi è il mio pezzo preferito. Mi sono trovato molto bene con lei, ha una grandissima energia, una voce potente ed è una persona umile, come me».

Cosa rappresenta per lei l’hip hop oggi?

«È uno stile di vita, è la capacità di trasformare un disagio in un’opera d’arte».

Nel disco affronta temi di grande attualità: il rap è ancora denuncia sociale?

«Cerco di vivere nel mondo reale, non filtrato dalla tecnologia e da un certo tipo di comunicazione. Il rap dovrebbe essere riscatto collettivo».

Quale messaggio vorrebbe arrivasse a chi la ascolta?

«Un messaggio di pace, di riscatto e di valori. Oggi viviamo in un’ epoca assurda dominata dall’egoismo, un vero e proprio medioego che non è solo un periodo storico, ma uno stato d’animo».

Cosa si augura?

«Di stare sereno e di continuare a scrivere tanto».

Ha detto che farà molto più di questo album, ha qualcosa in cantiere?

«Per me questo album è una rinascita, un ripartire da zero, ho in mente di fare tante cose grandi».

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