Licenziato dopo essersi infortunato: condannato il datore di lavoro

Forlì

FORLÌ. Giustizia per un lavoratore illegittimamente licenziato a seguito di un infortunio patito sul luogo di lavoro, con il datore di lavoro che è stato condannato alla reintegrazione del lavoratore ed al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del Tfr corrispondente al periodo dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegra, oltre al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali ed al pagamento delle spese di lite. La sentenza è stata emessa dal giudice del lavoro del Tribunale di Forlì il 4 febbraio. La vicenda sottoposta al vaglio del Tribunale del Lavoro ha preso le mosse da un licenziamento intimato da una nota società forlivese operante nel settore della logistica nei confronti di un proprio dipendente, che, a seguito di un infortunio sul lavoro, aveva subito l’amputazione della prima falange del dito medio della mano destra.

A seguito di giudizio di inidoneità alla mansione formulato dal medico competente, il datore di lavoro aveva licenziato il dipendente che si era visto costretto a proporre ricorso all’organo di vigilanza. Tale organo aveva revocato il giudizio espresso dal medico competente ed il dipendente aveva chiesto di essere riammesso al lavoro; invito non raccolto dal datore di lavoro, tanto che il lavoratore si era visto costretto ad adire il Tribunale per accertare l’illegittimità del licenziamento intimatogli. «È una sentenza importante che implicitamente ribadisce il principio, non scritto, sulla scorta del quale, a seguito di un giudizio di inidoneità alla mansione, è preferibile che il datore di lavoro non adotti nei confronti del lavoratore alcun provvedimento espulsivo dovendo attendere i termini concessi dalla legge per la proposizione del ricorso all’organo di vigilanza territorialmente competente» afferma con soddisfazione il segretario generale dell’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna, Filippo Lo Giudice.

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