Licenziamento Amadori, tensioni stile Dynasty a Cesena

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Ci sarebbe una Dynasty tutta familiare, più che motivi strettamente legati al lavoro (che comunque sono stati la miccia che ha fatto detonare la situazione) dietro al fulmineo licenziamento di Francesca Amadori, figlia del presidente Flavio e nipote del fondatore Francesco, patriarca che ha compiuto 90 anni ieri e che pare essere ormai fuori dai giochi aziendali.

La 44enne è stata licenziata nei giorni scorsi e sembrerebbe in malo modo visto lo scarno e criptico comunicato dell’azienda che pare essersi rivelato un boomerang. Se non altro perché Francesca Amadori, che in azienda era la responsabile della comunicazione, ha subito reagito difendendo il proprio lavoro e annunciando l’intenzione di impugnare il licenziamento.

Le tensioni non sono nuove nella famiglia Amadori. L’azienda è stata fondata a San Vittore di Cesena nel 1969 e ben presto è stata diretta dai fratelli Francesco e Arnaldo Amadori, dopo che in precedenza avevano costruito assieme alla famiglia le basi della prima filiera integrata Amadori. Ma i fratelli spesso discutevano “alla romagnola” senza mandarsele troppo a dire. Discussioni anche aspre, sempre ricomposte anche grazie alla presenza di storici “mediatori”, come ad esempio Germano Lucchi. Poi i fratelli si sono divisi alla fine degli anni Novanta e in azienda è rimasto Francesco, con Lucchi che ha continuato la sua opera anche con la seconda generazione. Ma sette-otto anni fa il “mediatore” è uscito in malo modo dalla azienda avicola ed è ancora in piedi un contenzioso legale.

Secondo i rumors, sulla vicenda di Francesca Amadori il problema del peggioramento dei rapporti sarebbe dovuto, tra le altre cose, a uno sforamento del budget per i festeggiamenti per il 50° anniversario dell’azienda, con le spese reali che sarebbero state quasi il doppio di quelle messe a disposizione nel budget. La serata clou dei festeggiamenti si era tenuta nell’ottobre del 2019 al palasport di Pesaro, con migliaia di invitati, Rudy Zerbi come presentatore, lo storyteller Federico Buffa e uno spettacolo di Fiorello. Ma per una azienda che fattura 1,2 miliardi di euro all’anno davvero basta uno sforamento di poche centinaia di migliaia di euro per cacciare la nipote del fondatore? Sembra difficile, anche come concausa. Tra l’altro, sempre secondo fonti che chiedono di rimanere anonime, a più di uno nella famiglia e nel management dell’azienda, dove ovviamente ci sono diversi “esterni” in ruoli chiave, non sarebbe troppo piaciuta la “narrazione” del colosso alimentare incentrata soprattutto sul fondatore.

Restano quindi da capire le vere ragioni dell’esplosione di questa crisi. E si torna alla famiglia e alla mancanza di mediazione tra le varie “anime” della stessa. Su cui si innesterebbero dinamiche complesse, schieramenti e fazioni vere o presunte, ruoli da destinare a persone arrivate in ambito familiare in un secondo momento, persone che sono state fatte uscire dall’ambito aziendale e che ancora sembrano godere della stima di chi ci ha lavorato insieme.

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