Libro: Fausto Vitaliano - La mezzaluna di sabbia

Gregorio detto Gori Misticò: maresciallo dei carabinieri, una predilezione per “Topolino” e una cicatrice all’altezza del cuore. Dopo anni di servizio al Nord è rientrato a San Telesforo Jonico, il paesino calabrese dove è cresciuto, mettendosi in aspettativa.

Nessuno sa perché, tranne il suo amico Nicola Strangio, oncologo in un grande ospedale milanese. I pochi abitanti del paese lo vedono spesso avviarsi verso la spiaggia del Pàparo, una mezzaluna di sabbia senza un bar o un filo d’ombra, ma dove ancora nidificano le anatre e il mare porta con sé i ricordi di gioventù.

Gori non ha più voglia di lottare contro il male, che trova sempre il modo per avere la meglio. Eppure, quando il giovane brigadiere Costantino invoca il suo aiuto per un caso di omicidio, qualcosa spingerà il maresciallo a iniziare una nuova indagine…

“La mezzaluna di sabbia”, dello scrittore e sceneggiatore Fausto Vitaliano, è un noir, pieno di umanità, calato in una cornice, quella della Calabria, in bilico tra meraviglia e degrado.

Un romanzo attraversato da una vena cupa e malinconica, fatta di accenni alla mortalità, di sgomento per lo scorrere del tempo, di voglia di arrendersi, di disgusto per la mediocrità. <<Dove vanno a finire tutte le parole che abbiamo detto? Tutte le frasi pronunciate da quando abbiamo imparato a parlare. Dove sono, ora? Dove si conservano, dove si accumulano? Sarebbe possibile rintracciarle, raccoglierle, riascoltarle? Un momento prima di morire forse non ti scorre tutta la vita davanti: forse invece senti tutto quello che hai detto. Ogni singola parola, ogni frase. Risenti tutto in un solo istante e non c’è niente che tu possa fare per cancellare una parola né per aggiungere una parola non detta. Quello che è stato è stato, e quello che non è stato non sarà mai più>>.

Lo scrittore di Olivadi, però, non imbastisce una narrazione che fa della dimensione tragica dell’esistenza il suo unico centro d’interesse ma ci regala un personaggio, Gori Misticò, che “pur guardando la morte in faccia, mantiene un tenacissimo amore per la vita”.

Una prosa piena di sfumature, innervata dal dialetto calabrese che dà sapore al tutto e che Vitaliano arricchisce con l’utilizzo di parole ormai perdute; i dialoghi quasi sempre convincenti; la capacità dell’autore di guardare anche al lato comico e umoristico delle vicende umane (basti pensare ai tre personaggi soprannominati ’u Filòsofu, ’u Sapùtu e ’u Rinàtu…): tutto questo, alla fine, fa sì che “La mezzaluna di sabbia” si configuri come un tentativo, riuscito, di rivitalizzare il panorama un po’ asfittico del noir italiano.

“Misticò - ha scritto Giuliano Aluffi - è ‘umano troppo umano’, come Montalbano; ma con un fondo noir più struggente e filosofico, alla Jean-Claude Izzo. E, soprattutto, fa giustizia a modo suo: una giustizia poetica”.

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