L’elettrostimolazione contro il dolore cronico

Sfiancante, continuo, martellante; a volte leggero, ma costantemente presente come il suono di un martello che batte su una superficie, assiduamente: si tratta del dolore cronico, una patologia di cui in Italia soffre il 26% della popolazione: «Il dolore cronico rappresenta un grave problema clinico e sociale – spiega – il dottor Massimo Innamorato, Direttore dell’Unità Operativa di Terapia Antalgica dell’Ausl Romagna – e viene definito tale quando il paziente ne è affetto per almeno 4 mesi consecutivi».

Diverse le cause del dolore cronico: «Nel 20% dei casi è dovuto a un trauma che può essere di varia natura; nel 25% è legato a disturbi della colonna vertebrale, primo fra tutti la lombosciatalgia; un buon 45% è correlato alla patologia artrosica e in minor misura, nel 2-5% dei casi, il dolore cronico è correlato a patologie tumorali. Nella maggior parte di queste condizioni, la causa principale del dolore è dovuta a un “danno del sistema nervoso”, definito dolore neuropatico».

Il dolore cronico spesso comporta altre forme di disagio: «Il dolore cronico ha un grande impatto sulla vita del paziente. È stato rilevato che molti soggetti afflitti da tale patologia siano spesso costretti a lunghi e ripetuti periodi di assenza dal luogo di lavoro. Nei casi più gravi, il dolore cronico può portare, addirittura, all’impossibilità di lavorare. Inoltre è correlato a disturbi d’ansia, dell’umore (depressione) e del sonno, a difficoltà nelle relazioni e a un peggioramento generale del benessere e della qualità della propria vita».

C’è sempre una maggiore attenzione nei confronti delle terapie per curare o lenire il dolore cronico: «Secondo alcuni studi a carattere internazionale, i pazienti intervistati lamentano insoddisfazione delle cure. Uno su due viene curato solo con antinfiammatori, che non sono idonei per trattare un dolore con caratteristiche di cronicità. Le terapie d’elezione riguardano i farmaci, soprattutto oppioidi e adiuvanti, come gli antidepressivi, gli anticonvulsivanti, i miorilassanti e gli ansiolitici. Si ricorre anche a procedure e presidi specifici, come le infiltrazioni (peridurali, foraminali, faccette articolari) da effettuarsi in sala operatoria, ma anche le tecniche di radiofrequenza, ozonoterapia e agopuntura sono sempre più prese in considerazione».

La neurostimolazione è al momento una delle terapie che sta producendo i migliori risultati: «Specie nei quadri estremamente complessi, la neurostimolazione (stimolazione del midollo spinale, o SCS, Spinal Cord Stimulation) appare come un’alternativa terapeutica estremamente valida per gestire il dolore cronico. Si tratta di una terapia sicura ed efficace che, attraverso l’utilizzo di un piccolo dispositivo, è in grado di interrompere i segnali dolorosi prima che raggiungano il Sistema Nervoso Centrale. Contemporaneamente, il dolore viene sostituito da una sensazione diversa, descritta da alcune persone come un leggero “massaggio”, oppure, in alcuni casi, semplicemente come “assenza di dolore”. Trova le maggiori applicazioni, oltre che nel dolore neuropatico, anche nel dolore post chirurgia del rachide, nel piede diabetico, nel dolore da amputazione, in quello pelvico, nelle stenosi del canale midollare, nella sindrome algodistrofica e nel dolore ischemico periferico. Sebbene la maggior parte dei pazienti riscontri una riduzione almeno parziale del dolore, non tutti rispondono alla neurostimolazione allo stesso modo. Il sollievo dal dolore varia, infatti da persona a persona».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui