Le tartarughe marine “romagnole” ora hanno bisogno di un aiuto

Un repentino cambio di temperatura dell’acqua dell’Adriatico, tra Romagna e Marche, sta mettendo in crisi le tartarughe marine. È il fenomeno del cold-stunning, lo stordimento ipotermico che vivono gli animali quando si trovano in acque troppo fredde. Gli esperti della Fondazione Cetacea di Riccione hanno recuperato diversi esemplari in pochissimi giorni. Si tratta di Michela (trovata a Fano), Magica e Fortuna (a Senigallia), Adria (a Marzocca) e Matteo (a Rivabella).

Il cold-stunning, spiega Valeria Angelini, una delle biologhe della Fondazione, altro non è che il «coma da freddo a cui possono incorrere le tartarughe marine», che in quanto rettili sono «animali eterotermi, cioè non in grado di mantenere la temperatura interna corporea costante, come avviene ad esempio per noi mammiferi».

«Questa caratteristica fisiologica fa sì che la vita e la salute di questi animali dipenda dalla temperatura dell’ambiente circostante in cui vivono, che deve essere all’interno di un intervallo, variabile a seconda della specie – aggiunge la biologa - Per quanto riguarda le tartarughe marine, se la temperatura ambientale scende troppo e soprattutto molto in fretta, non lasciando il tempo all’animale di spostarsi in zone più favorevoli, si possono verificare gravi danni allo stato di salute fino ad arrivare alla morte. Il freddo rallenta il movimento della tartaruga marina che può essere più esposta agli scontri con imbarcazioni, al trascinamento della corrente verso ostacoli (come gli scogli) o a spiaggiarsi. Inoltre, il raffreddamento può facilitare l’insorgere di patologie polmonari, potenziare infezioni batteriche o virali già in atto o l’attacco di parassiti. Il coma da freddo, se non trattato in tempo, porta al rallentamento di tutto il metabolismo dell’animale fino alla morte».

Il fenomeno accaduto in questi giorni in Adriatico, prosegue la studiosa, può accadere in autunno, fine inverno o primavera, periodi in cui è più facile un repentino cambio di temperature. Il cambiamento climatico, dunque, si sente non solo a terra ma anche in mare. Nonostante il lockdown causato dalla pandemia di Covid-19 il lavoro della Fondazione Cetacea non si ferma. Sono tante le attività per cercare di aiutare gli animali che sono ospitati nel Centro. Chi vuole può sostenere lo staff e i volontari attraverso l’adozione delle tartarughe: se ne può scegliere una che resterà “legata” agli adottanti, che potranno ricevere informazioni sul loro stato di salute e, quando le direttive anti-Covid lo permetteranno, andare anche a visitarle. Per informazioni su come fare è possibile visitare il sito fondazionecetacea.it.

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