Le sinergie tra i distretti verso la decarbonizzazione

Road to OMC23. L’attività promossa da Omc-Med energy è intensa e propone come prima tappa, l’appuntamento del 16 giugno a partire dalle 9.30: il Grand Hotel Mattei di Ravenna ospita un evento di primo piano, la firma dell’accordo tra aziende dei distretti industriali di Ravenna e Ferrara per la cattura, riutilizzo, stoccaggio della CO2.
È il primo accordo nazionale di questa portata. Per questo Omc-Med Energy ha messo a confronto numerosi protagonisti del settore, italiani ed europei.
Ne parliamo con Monica Spada, presidente di Omc Med Energy & Conference.
Presidente, qual è il tema base dell’incontro ravennate?
«Si tratta del primo di una serie di appuntamenti che anticiperanno l’edizione 2023 dell’omc Med Energy Conference. Questo, in particolare, mira a stimolare e supportare le sinergie tra tutte le parti coinvolte nel percorso di transizione energetica produttori e grandi industrie energivore per raggiungere insieme gli sfidanti obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’UE.OMC, infatti, punta a portare avanti l’intensa attività di networking iniziata con la scorsa edizione nel 2021, per diversificare e ampliare il dibattito energetico, quindi alleanze e partnership multisettoriali saranno il filo conduttore di tutti gli eventi della Roadmap che ci porterà a OMC 2023.
Giovedì sarà l’occasione per parlare dei settori hard to abate che pesano circa 1/3 delle emissioni globali: per questi settori decarbonizzare è più difficile perché sono variegati e con processi energy intensive; richiedono quindi un percorso da pianificare e variabili tecnologiche da presidiare, per garantire la competitività del tessuto produttivo oggi e nel futuro.
Una delle leve chiave per la decarbonizzazione è la Ccus che nel Net zero scenario è stimato che possa rappresentare il 12% della riduzione delle emissioni, percentuale che sale al 35% se consideriamo l’abbattimento delle emissioni industriali e ad oltre il 50% per il settore degli acciai, oltre il 65% per i prodotti chimici e fino all’85% del settore dei cementi».
Parliamo di Ravenna. Quanto è strategica in questo processo ?
«Quanto stanno facendo le aziende di Ravenna e Ferrara, con il contributo di Snam ed Eni, va in questa direzione. Nell’ottica di una trasformazione low carbon, le alleanze sono necessarie e allearsi con le grandi industrie è un passo fondamentale per trovare le soluzioni più adeguate ed efficaci.Il distretto industriale di Ravenna e Ferrara è il primo in Italia ad aver intuito l’importanza di un’azione collegiale sinergica, che punti alla simbiosi tra diversi settori per accelerare un percorso di decarbonizzazione che vuole dire crescita e competitività. Ed è per questo che OMC ospita questo dibattito e si allea con queste industrie, per inserire nel dibattito energetico altri settori del panorama industriale - a partire da quelli più energivori - per dare voce ai loro bisogni e alle loro prospettive e supportarli nel necessario processo di decarbonizzazione. Dopo aver ripensato l’energia, ora ci concentriamo sul rimodellamento dell’industria energetica per tradurre le idee in azioni. Per questo parleremo anche del Ravenna hub, il primo centro di ricerca congiunto aperto alle industrie, voluto da Eni e l’università di Bologna a Ravenna, per trattare i temi della decarbonizzazione tra cui ccus e idrogeno.
Le tecnologie di decarbonizzazione esistenti fanno di Ravenna un candidato perfetto come primo hub italiano per il Carbon Capture, Utilisation and Storage.
Nella sessione del mattino, si presenterà proprio uno studio che riguarda interventi di abbattimento della CO2 per i Poli Industriali di Ravenna e Ferrara.
Proprio su questi territori, imprese primarie come Cabot, Herambiente, Marcegaglia, Polynt, Versalis Eni e Yara stanno studiando un progetto di cattura, trasporto, uso e stoccaggio di CO2 e sottolineo che si tratta della prima esperienza italiana applicata a un distretto produttivo di rilievo internazionale».
Quindi, è una naturale prosecuzione di quanto avviato con la 15° edizione di OMC Med Energy, lo scorso autunno?
«Lo scorso anno ci siamo occupati della sfida primaria della transizione energetica partendo proprio dal percorso già avviato dall’industria oil&gas nell’ultimo decennio, per andare verso un mix energetico sempre più low carbon, con una prospettiva olistica, includendo tutte le forme di energia e allargando la platea dei player energetici: per questo abbiamo parlato di Omc2021 come della Conferenza del Mediterraneo sull’energia e non più soltanto di Conferenza offshore. Nell’ottica di integrare i tradizionali topic upstream con temi della transizione energetica in tutte le sue tipologie, il Comitato scientifico ha allargato i confini delle proprie competenze integrando esperti portatori di un punto di vista focalizzato sulla sostenibilità di lungo termine, quindi dal mondo delle rinnovabili, dell’economia circolare e della digitalizzazione».Quali saranno le prossime tappe di avvicinamento a OMC2023?
«Il prossimo appuntamento è per settembre per continuare il dibattito e poi passare alla Cop 27 a Sharm El Sheikh. Organizzeremo tre discussioni al Padiglione del Mediterraneo, organizzate con il nostro partner Union for the Mediterranean. Questi “colloqui” verteranno sul ruolo del Med nella transizione energetica, quali sono gli scenari, i tempi e la velocità di transizione nei diversi Paesi della regione. E come possiamo favorire e sostenere l’integrazione dei sistemi energetici, in particolare dell’elettricità, in una prospettiva di decarbonizzazione, come raccomandato dall’UE.Una seconda discussione riguarderà la diversificazione energetica, come la diversificazione possa essere un’opportunità e non solo una necessità, e come le alleanze multisettoriali possano accelerare questo processo. Infine le rinnovabili saranno al centro del nostro terzo evento, il loro contributo alla costruzione di una carbon free economy, in particolare nei paesi del sud dove fotovoltaico e solare sono abbondanti e in rapida crescita, incoraggiate anche da una riduzione dei costi di realizzazione, e potrebbero diventare ancora di più competitivi rispetto all’energia fossile nel prossimo futuro».