Il corpo sta tornando al centro del mondo, sta riconquistando lo spazio che merita nella storia, perché il corpo umano è antico e può testimoniare con profondità e consapevolezza. Il coreografo franco-algerino Hervé Koubi crede nella forza prorompente e antica del corpo; prova a coglierla e a immetterla sul proscenio nel suo lavoro “Les nuits barbares ou les premiers matins du monde” (Le notti barbare), gran chiusura invernale per la danza al teatro Alighieri di Ravenna, stasera alle 20.30, e domenica alle 15.30.
Con questa sua coreografia del 2015 Koubi si è messo in viaggio alla scoperta di ballerini con stili, tecniche, provenienze differenti. L’intento era di formare un gruppo di danzatori provenienti dal bacino del Mediterraneo e di renderlo coeso attraverso la riscoperta di radici che spingono a muovere i corpi in modo compatto con danze anche antiche, per raccontare di questo presente secondo la visione del coreografo.
Il quale, in questa sua ricerca attorno a «chi sono i barbari, ossia gli stranieri, gli emarginati», ha percorso un viaggio personale. Prima di dedicarsi alla danza Koubi ha studiato Farmacia e Biologia, solo in seguito ha sviluppato la carriera di ballerino-coreografo alla facoltà di Aix-Marseille, perfezionandosi al Centre danza Rosella Hightower a Cannes, e all’Opéra de Marseille. Nel 2000 ha esordito con la sua compagnia mettendosi subito in evidenza. Soltanto dopo gli studi universitari ha saputo da suo padre le sue vere origini, quelle cioè di un giovane che, pure nato in Francia, era arabo con origini africane, madre musulmana e padre ebreo. Un fatto questo che lo ha spinto a conoscere la sua Algeria, facendo la spola con la Francia per cinque anni, creando lavori che si interrogavano sulla memoria.
«Sono partito con un piccolo zaino – ha raccontato in una intervista –, l’unica cosa di cui fossi certo era che volevo incontrare dei danzatori, ed è così che l’avventura tra la Francia e l’Algeria è cominciata nel mio percorso di coreografo».
Le notti barbare
Il balletto vede in scena una dozzina di danzatori, tutti uomini dalla forza dirompente; fra loro anche artisti di strada e acrobati, capaci di passare da una danza di lotta a movimenti tribali, a esercizi circensi. Ci sono danze con movimenti che richiamano la capoeira, pose egizie, elementi della tradizione dei dervisci rotanti, però a testa in giù; ci sono persino una parata militare e virtuosismi da giocoleria. In una combinazione di culture e di movimenti di corpi quasi scenografici. I ballerini stringono coltelli, indossano maschere preziose con Swarovski, esprimono indomita energia.
«La coreografia si nutre delle brillanti tracce lasciate dalle culture vandale – ha dichiarato Koubi – di persiani, goti, celti, unni, arabo musulmani, dalla musica sacra d’Oriente e Occidente. È un inno alla bellezza».
Le musiche comprendono autori classici come Mozart, Fauré, Wagner, mescolate a sonorità di tradizione algerina.
Euro 30-12. Info: 0544 249244