Le api di città sono più “pigre” di quelle che vivono in campagna

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Chi vive in campagna è costretto a muoversi di più per andare in città. E fanno così, per scopi diversi, anche le api: per mangiare volano di più. Grazie allo studio sulla “danza” di questi insetti, i ricercatori della Royal Holloway University e della Virginia Tech hanno tracciato i loro itinerari di volo e sono giunti a questa conclusione. Quelle che vivono nelle aree urbane hanno una distanza media di foraggiamento di 492 metri, quelle delle aree agricole, invece, si spostano un po’ più lontano, facendo un tragitto di 743. Gli studiosi hanno decodificato 2827 danze ondeggianti in 20 colonie di api a Londra e nel circondario. E da qui hanno anche tratto la conclusione che non ci sono differenze significative nella quantità di zucchero raccolta da quelle urbane e rurali, indicando che le distanze di foraggiamento più lunghe nelle aree di campagna non erano guidate da risorse lontane e ricche di nettare e che le aree urbane fornivano costantemente alle api da miele più cibo disponibile. «I nostri risultati supportano l’idea che le città siano ‘punti caldi’ per le api sociali, con giardini che forniscono risorse di foraggio diverse, abbondanti e affidabili. Nelle aree agricole, è probabilmente più difficile per le api da miele trovare cibo, quindi devono andare oltre prima di trovare abbastanza da riportare all’alveare», dice Elli Leadbeater, biologa autrice dello studio e docente della Royal Holloway University.

La danza dell’oscillazione è unica per le api e viene utilizzata per comunicare all’alveare la posizione delle risorse floreali. Quando un’ape torna all’alveare con il cibo, invece di ripartire immediatamente per il foraggiamento, ripeterà un movimento a forma di otto sul favo. La durata della corsa centrale di questa danza dice alle altre api quanto lontano volare e l’angolo dice loro quale direzione prendere. Ci sono diverse sfide nella valutazione e nel confronto delle risorse floreali in diversi tipi di habitat. Ad esempio, per ottenere un buon quadro della ricchezza delle specie floreali è necessario esaminare vaste aree e nelle città è quasi impossibile accedere a terreni nei giardini privati. «Gli sforzi di conservazione dovrebbero essere diretti ad aumentare la quantità di fiori non coltivati nelle aree agricole, come le strisce di fiori selvatici – aggiunge Leadbeater - Ciò aumenterebbe la consistenza del foraggio disponibile durante la stagione e il paesaggio, oltre a ridurre al minimo la dipendenza delle api dai piccoli numeri di colture a fioritura stagionale».

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