Le acque dolci messe a rischio da quelle salate: la nuova emergenza

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C’è un tema di cui bisogna tener conto: l’intrusione di acqua salata nelle aree di acqua dolce, dunque nei delta, negli estuari e nelle aree costiere. Secondo i ricercatori di AdriaClim, un progetto che coinvolge le spiagge dell’Adriatico dalla Croazia alla Romagna, è un “problema urgente”. Fanno davvero riflettere i risultati di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Jgr Oceans e realizzata nel Delta del Po in condizioni di bassa portata. Il modello ha riprodotto con successo le variazioni di salinità osservate lungo i rami principali dei fiumi e nelle lagune del delta e ha studiato le dinamiche dell’acqua dolce e salata durante l’intera estate del 2017. È stato valutato l’effetto relativo dei fattori di controllo sulla penetrazione dell’acqua salata, come l’innalzamento del livello del mare, i flussi aria-mare e la riduzione della portata del fiume. I risultati dello studio suggeriscono che i cambiamenti guidati dal clima e dall’innalzamento del livello del mare aggraveranno l’intrusione dell’acqua salata nelle acque superficiali del sistema del Delta del Po. Gli studiosi prevedono che l’estensione dell’acqua marina nel ramo principale del fiume aumenterà fino all’80% in più. Una situazione, dunque, che potrebbe mettere seriamente a rischio l’intero habitat per piante, pesci, mammiferi, anfibi. Una seria minaccia all’ambiente così come si è sviluppato nel corso dei secoli. Il lavoro è stato condotto dall’Istituto delle scienze marine (Ismar) del Cnr di Venezia, dall’Università di Bologna, dalla lituana Klaipėda University, dall’Igg, l’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr di Padova e dall’Università della Florida a Gainesville. AdriaClim è l’acronimo di un progetto di ricerca finanziato dal Programma di Cooperazione Interreg Italia-Croazia che vuole studiare lo sviluppo di piani di adattamento ai cambiamenti climatici regionali e locali.

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