Lavoro, penalizzati giovani e donne. La paga ravennate: 92 euro al giorno

Salari inferiori alla media regionale, come spesso accade nelle località costiere, ma comunque superiori ai 9 euro che sembrerebbe la cifra attorno alla quale si attesterà la paga minima in Italia. Secondo l’elaborazione sui dati Inps realizzata dal centro Ires su richiesta della Cgil, in provincia di Ravenna si guadagnano in media 92,1 euro al giorno. Dividendo per le classiche otto ore lavorative, si ottengono circa 11,5 euro l’ora. «Si tratta di una media elaborata sulle dichiarazioni dei redditi del 2021 – avvisa la segretaria provinciale della Cgil Marinella Melandri – che può darci comunque un’indicazione della situazione locale». All’interno di questo dato ci sono però molte differenze di cui tenere conto. La prima riguarda l’enorme differenza tra i guadagni di uomini e donne, legata innanzitutto agli ostacvoli che trovano le seconde nell’accedere a incarichi più remunerativi: le donne nella media guadagnano il 29,3% in meno. La questione del gender gap emerge con molta forza. Così come quello che riguarda i giovani: chi ha meno di 34 anni guadagna in media il 20% in meno rispetto a chi è da più tempo nel mercato del lavoro. Gli impiegati rispetto agli operai guadagnano il 22% in più. In generale un operaio guadagna il 15% in meno della media. E il reddito di cittadinanza? L’importo medio non sembra essere una grande alternativa al lavoro: nel 2021 lo percepivano 4.167 nuclei familiari per un importo medio di 469,11 euro. Le persone che si sostengono grazie al reddito di cittadinanza sono 9.193. L’importo medio della pensione di cittadinanza, ovvero quel sostegno che viene erogato agli anziani che non arrivano alla “minima” è pari a 231,29 euro a favore di 657 persone. In provincia le persone che beneficiano in qualche modo di questa misura sociale è pari al 2,5%. Si tratta di una percentuale molto più bassa rispetto al dato nazionale, attestato al 6,7%. Per quanto riguarda il reddito medio ravennate, si attesta a 20.323 euro: 1.300 euro in meno rispetto alla media regionale. Pesa, nella media inferiore, la forte presenza del settore turistico e l’incidenza dei lavoratori stagionali che hanno uno stipendio annuo inferiore ad altri settori.

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