Lavori in vista al Mercarto Ortofrutticolo di Cesena

Cesena

Portare il Mercato di Cesena al livello 4.0, che significa il massimo della modernità ed efficienza. C’è stato il passaggio in Consulta agricola ieri, per il progetto di adeguamento e restyling del Mercato ortofrutticolo. I lavori ammontano a poco più di un milione di euro come espresso all’interno della consulta coordinata dal presidente Gianni Ceredi.

Fra gli interventi più importanti, la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 550 kwh per 800mila euro di costo. In 10 anni sarà ripagato con i risparmi derivanti. Poi la chiusura della facciata frontale: se ne parla da tanti anni e finalmente si farà, con una tettoia aggiuntiva di protezione. Creando un nuovo stand, e affittandolo, si rientrerà delle spese in pochi anni.

Alessandro Giunchi, amministratore del For, la società che gestisce il Mercato, ha presentato nel dettaglio i lavori. Il 10 dicembre ci sarà il passaggio in Consiglio Comunale per la messa ai voti. I lavori prevedono: ampliamento ed efficientamento energetico della struttura con chiusura della facciata est del mercato e realizzazione della pensilina carico e scarico merci; ampliamento dell’area ovest destinata ai produttori agricoli; realizzazione dell’impianto fotovoltaico; ammodernamento degli ambienti in uso a direzione e front office.

«La struttura mercatale cesenate - ha spiegato Giunchi - si estende su una superficie di 28.000 mq di cui 15.000 coperti, 3.000 dei quali destinati alle aree di carico. Il prodotto che viene trattato annualmente, un’ampia gamma di frutta e verdura fresca, è classificabile in un intervallo tra 70mila e 80mila tonnellate».

Le presenze degli operatori che quotidianamente esercitano attività all’interno del mercato sono in media circa 500, suddivisi tra concessionari, produttori e acquirenti. I concessionari sono 13, mentre i produttori, provenienti quasi tutti dalle province di Forlì-Cesena e Ravenna, sono circa 200.

«Gli acquirenti - ha continuato Giunchi - sono circa 150. Il biologico ancora è embrionale e cercheremo di aumentarlo: ammonta a meno dell’1% totale».

Il bilancio del Mercato è in attivo e ben gestito, da molti anni. «Abbiamo deciso di patrimonializzare la nostra società annettendo alcune celle frigo adiacenti al mercato. E’ un’operazione a costo zero che permette di patrimonializzare per un valore di 3,5 milioni di euro. Era in concessione a un operatore privato».

Al momento al Mercato si hanno consumi pari a 250mila euro di energia l’anno (zona standisti), più 30mila euro di consumo del solo mercato. «Tramite energie rinnovabili, con un impianto da 550 kwh copriremo i consumi. E’ indispensabile poi fare sinergie con gli altri mercati regionali, per avere un peso importante e non farsi schiacciare dalla Gdo. Le aggregazioni servono se si crea un valore aggiunto» ha concluso Giunchi.

Nella discussione, è stato chiesto se ci sono possibilità per l’e-commerce. «Sì, ma in una forma diversa rispetto a quello che si pensa. Servono numeri notevoli per una struttura mercatale. Il Mercato deve agevolare gli standisti nel praticarlo, dando servizi aggiuntivi».

Marco Casali ha lodato gli investimenti «Che sono strategici per il nostro Mercato. Finalmente l’Amministrazione è giunta al compimento con una delibera chiara. Però occorre discutere sul punto 4, quello delle aggregazioni. A volte si parla di sinergie, altre volte di messa a sistema, oppure aggregazione. Ragioniamoci bene su questi temi, con un’ottica di strategia. Non mi convincono certe alleanze che paiono più politiche che strategiche. L’esperienza mi dice che la nostra genuinità ci porta ad essere fagocitati. Bene gli investimenti, ma attenzione alle aggregazioni».

«Casali ha fatto considerazioni legittime - ha replicato Giunchi - e ha ragione quando dice che ci vuole la massima trasparenza. Ha ragione quando si dice che occorre partire dal basso, e infatti nel nostro caso siamo proprio noi presidenti e amministratori dei mercati a volere queste sinergie, perché i problemi dei mercati sono simili in tutte le città, al di là delle dimensioni. Non ci sono i politici a tirare le fila, ma siamo noi dal basso a organizzarci. Il percorso sta durando da un anno, non vogliamo improvvisare nulla. Non è detto che si farà, ma ci proviamo. Dobbiamo essere della partita perché se si aggregano solo Bologna, Rimini e Parma, a noi comunque “ci asfaltano”».

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