Lavoratori Ausl di Cesena minacciati: «Tonini ora si scusi»

CESENA. All’inizio dell’emergenza coronavirus alcuni lavoratori e lavoratrici del settore sanitario indossarono tempestivamente le mascherine per tutelare se stessi e i pazienti. Incredibilmente furono oggetto di un «richiamo da parte di alcuni superiori, teso a costringerli a togliere i dispositivi di protezione». Anzi, furono addirittura minacciati, avvisandoli che sarebbero andati incontro a sanzioni disciplinari se non lo avessero fatto.
La sconcertante rivelazione arriva dalla Uil, che ora che forse il peggio è passato chiede che il direttore generale dell’Ausl Romagna Marcello Tonini porga delle «sentite scuse» per questo episodio increscioso. Un episodio che non era diventato di dominio pubblico, ma la Uil aveva «segnalato per iscritto», dicendo che avrebbe «reagito a questo atto incomprensibile e inaccettabile».
Il segretario cesenate del sindacato Marcello Borghetti e il timoniere locale della Uil Fpl Paolo Manzelli non usano mezzi termini: «Crediamo che sarebbe molto bello e opportuno ammettere qualche errore di gestione, che quantomeno si è certamente verificato all’ospedale Bufalini e temiamo, quindi, anche in altre sedi della Ausl del nostro comprensorio, e fare questo gesto di grande sensibilità e di dignità».
La stoccata al direttore dell’Ausl uscente viene fatta nel nome di un «confronto vero, lealtà e volontà di cercare le migliori soluzioni, che rispettino il valore del lavoro e delle persone che lavorano, nell’interesse dell’utenza, per servizi vitali in un Paese che ha fatto della sanità pubblica un baluardo, spesso in questi anni ridimensionato».
Non mancano parole di grande elogio nei confronti dei lavoratori che sono stati e restano in prima linea nella lotta in difesa della salute di tutti: «Sappiamo lo sforzo che il personale infermieristico e medico ha dimostrato in questi mesi, dopo tanti anni di odiose critiche ai dipendenti pubblici, oggi osannati come supereroi. Immagini di infermieri e medici con in braccio l’Italia o sulle spalle il mondo hanno tappezzato le bacheche di social network e gli sfondi di trasmissioni televisive. Lavoratrici e lavoratori hanno rimandato al mittente questi “salamelecchi” di opportunismo spesso ipocrita, sostenendo che facevano semplicemente il loro lavoro, e rivendicando, come sempre, un contratto e condizioni di lavoro decenti. Molto presto vedremo se c’è veramente l’intenzione di passare dalle parole ai fatti, e di certo la Uil Fpl sa già cosa dire e fare come già, abbiamo fatto».
Tornando alla richiesta di scuse, Borghetti e Manzelli premettono di essere consapevoli che è «inusuale e probabilmente difficile da accogliere», ma si dicono «molto determinati e sereni» nel farla, «sapendo di chiedere il giusto, e sapendo di dare voce, a tanti tuoi collaboratori del personale sanitario, che in questi mesi sono stati in prima linea, portando spesso a casa tensioni enormi, e ai quali andava risparmiato questo inconcepibile ulteriore motivo di preoccupazione, che è stato umiliante. La Uil le offre questa opportunità, a lei la possibilità di formulare una forma di encomio e scuse, a lei la possibilità di coglierla. I suoi dipendenti ne sarebbero lieti».

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