L’autodromo di Misano spinge sull’acceleratore per la ripartenza

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La creazione di una “MWC Square” da 11.000 metri quadri nel Paddock 3 allargata al mondo del bike, la nascita dell’archivio multimediale del circuito e del motorsport romagnolo e i numeri del Misano World Circuit che parlano di una ricaduta sul territorio di 162 milioni di euro e 710 Mila rooming night all’incoming turistico che si traducono nel 3,5% delle presenze in provincia di Rimini: sono le tre direttrici tracciate in fatto di ripartenza dal presidente della Santa Monica SpA, Luca Colaiacovo, al forum online organizzato da Milano Finanza sul tema ‘La ricetta per un rilancio dell’ospitalità sulla riviera romagnola’.

Presidente, come avete e state contrastando le conseguenze che la pandemia ha generato nei grandi eventi sportivi?

«Quando improvvisamente si entra in una fase difficile, che fra l’altro coinvolge tutte le realtà imprenditoriali e non solo quelle che fanno il tuo stesso mestiere, ogni imprenditore si appella alla solidità che negli anni è stata generata a favore dell’azienda. Serve a resistere, ma allo stesso tempo a cogliere ogni spazio per l’attività e a pensare al modo migliore per accelerare nella fase di ripresa. Santa Monica SpA gestisce Misano World Circuit ed è una società controllata dal Gruppo Financo, che opera nel mondo con oltre duemila dipendenti. Il core-business è la produzione e commercializzazione di cemento e calcestruzzo, la prolungata convivenza col Covid ha richiesto anche la verifica sulla solidità delle relazioni sul territorio e anche sotto questo profilo quanto fatto negli anni è stato fondamentale e decisivo. Ma la solidità del Misano World Circuit intitolato a Marco Simoncelli è data anche dal fatto che è una delle fonti che alimentano i contenuti della Motor Valley, un luogo geografico ben preciso in cui la passione per i motori ha saputo generare una storia affascinante e senza eguali nel mondo».

Questo riconoscimento è stata una svolta che si rivela ancor più determinante in una situazione come quella attuale

«Quando la Motor Valley, per intuizione della Regione Emilia-Romagna, ha aggiunto al suo fascino anche un ruolo di distretto strategico che ne aggrega i protagonisti, tutti abbiamo accelerato e oggi la Motor Valley racconta i valori e tiene insieme concretamente il vantaggio competitivo che a sistema riesce a comporre. I grandi brand che la compongono hanno uno spessore mondiale e c’è una declinazione concreta: 13 musei specializzati, un circuito di 18 collezioni private e 4 autodromi per le gare sportive, 188 team sportivi, 11 piste da karting. A contorno, 16.500 imprese con oltre 66.326 addetti e un export di quasi 5 miliardi di euro. La Motor Valley rappresenta un vero e proprio patrimonio turistico che ha attirato, nel 2019, oltre 2 milioni di visitatori (il 46% italiani e il 54% stranieri), con un giro d’affari di 320 milioni di euro».

Misano World Circuit in tutto questo è a dir poco centrale

«Indubbiamente. Siamo fra i pochissimi circuiti al mondo a ospitare entrambe le massime competizioni su due ruote, MotoGP e Superbike. Oltre a Truck Racing, unica tappa italiana del campionato europeo di corse con i camion. Senza dimenticare fra le altre cose il Gt World Champion, il Trofeo Lamborghini, Europeo Endurance di Moto d’Epoca e quest’anno le Finali Mondiali della Ferrari. Il circuito lavora mediamente 290 giorni l’anno con attività di pista. Certo nel 2020, molte giornate in meno ma siamo riusciti, pur in un contesto complicato, a utilizzare tutte le finestre disponibili».

Non basta però la solidità in un contesto come quello generato dal Covid

«C’è un secondo valore determinante, la qualità dell’azienda. È servito, serve tuttora, dare risposte tempestive di natura organizzativa. Questo ci ha consentito di essere il primo circuito a riaprire le porte ai piloti con un protocollo di sicurezza. A settembre 2020, grazie a un progetto condiviso con la Regione, abbiamo potuto essere i primi al mondo ad accogliere 10.000 persone al giorno per due weekend consecutivi di MotoGP. É stato uno sforzo organizzativo imponente e riferimento per tutte le strutture mondiali, ma ne valeva la pena e abbiamo dimostrato che ‘si può fare’. Concludendo: la pandemia l’abbiamo sofferta come tutti, ma abbiamo e stiamo combattendo ogni giorno, facendo ogni passo possibile per ripartire rapidamente e in sicurezza. I pilastri sono la solidità aziendale e la grande professionalità della struttura».

Guardiamo ora al futuro. Come affrontarlo? Quali programmi avete?

«Un circuito convive ogni giorno con l’innovazione tecnologica più spinta e con la capacità di sfruttarla in un sistema di piena sicurezza. Vale per la pista, per le attività commerciali, per tutto ciò che facciamo quotidianamente. Per accompagnare tale sviluppo e mantenere una posizione primaria sugli scenari internazionali, la voce investimenti va alimentata con risorse continue. Il Covid ci ha colti ai primi passi di un piano industriale triennale, che abbiamo confermato e che riguarda sia l’infrastruttura che l’impronta ambientale prodotta. Abbiamo attivato un sistema di monitoraggio dei rumori che si relaziona con gli organi competenti e l’ultima relazione sui risultati 2020 è molto positiva. Sono condizioni imprescindibili per dialogare con gli organizzatori di eventi internazionali. Oggi siamo nel pieno di una nuova era e per rendere sostenibili eventi sportivi di profilo mondiale è necessario promuovere ‘prodotti’ come la MotoGP e le altre manifestazioni in maniera sistemica, coinvolgendo e rendendo protagonista il distretto che si è sviluppato attorno al circuito come lo è la Motor Valley».

Un perimetro comune più che vincente

«Insieme ai promotori e in senso più generale agli attori romagnoli abbiamo tratto una sintesi da ricondurre a un percorso conosciuto con il brand ‘The Riders’ Land’, la terra dei piloti. Siamo un polo strategico per la formazione dei futuri campioni a cui forniamo supporto logistico e formativo: i piloti romagnoli che corrono nel mondiale sono una quindicina e altrettanti hanno scelto di vivere vicino al circuito. È la nostra specificità nel più complesso sistema della Motor Valley, che ha una sua solidità nella filiera delle imprese a supporto. Tutto diventa più concreto e vantaggioso quando lo spettacolo della pista viene spinto da un distretto coeso e coerente, orgoglioso di appartenere al network. Per questo, abbiamo lavorato in termini di brand identity con la creazione di un manuale di applicazione e diffusione del brand sull’intero territorio. Dal 2017, grazie alla volontà e al supporto dei promotori della MotoGP, avvalendoci del progetto grafico di un designer del calibro di Aldo Drudi, si è ridisegnata l’identità del circuito. Lo abbiamo reso unico, caratterizzato con una grafica nuova attraverso i colori e un preciso richiamo al territorio, affinché possa coinvolgere anche i piloti e le case costruttrici che oggi si fondono come sistema virtuoso nell’autodromo e nel territorio stesso».

Quale sarà il prossimo tassello? Lo sviluppo ulteriore?

«Sta per nascere la ‘MWC Square’: abbiamo calamitato l’interesse di imprenditori e di Michele Pirro, oggi ancora tester di MotoGP in Ducati ma personaggio di grande spessore anche imprenditoriale, e insieme a loro daremo vita ad un luogo di aggregazione, shopping, relax, passioni anche allargate al mondo della bicicletta. Vogliamo creare un polo d’attrazione per famiglie e appassionati del motorsport, con officina e rimessaggio, rivendita moto ed e-bike. Il tutto al Paddock 3, un’area di 11.000 mq. Vogliamo che sia possibile interpretare il circuito come il grande hub del motorsport internazionale accreditandoci come ‘Il Parco dei Motori’».

E nell’era del digitale amplificata dalla pandemia cosa aspettarci?

«Già oggi siamo visitabili quotidianamente con il percorso esperienziale chiamato Misano Circuit Tour, una visita al circuito, anche nelle parti meno conosciute come la race control, a disposizione dei turisti. Il prossimo anno daremo vita all’archivio multimediale del circuito e del motorsport romagnolo. Sostenibilità e didattica saranno driver di sviluppo integrati alla identità territoriale dalla vocazione turistica e sportiva».

Ha parlato di relazioni virtuose col territorio. Sotto il profilo economico qual è il vostro impatto?

«Sulle relazioni aggiungo che siamo anche una sorta di laboratorio e che la MotoGP è frutto di una condivisione fra soggetti pubblici e privati che si assumono l’onere organizzativo. Regione, Repubblica di San Marino, Provincia, i cinque Comuni della costa e il circuito agiscono insieme per mantenere la MotoGP nella Motor Valley. Passando ai numeri, Misano World Circuit fattura, a regime, 16 milioni di Euro. Abbiamo commissionato a Trademark uno studio specifico per stimare l’indotto economico prodotto sul territorio e la ricaduta è di 162 milioni: 62,5 per la componente alloggio, 42.4 per la componente ristorazione, 22,8 per attività ludica e shopping e 7,1 milioni di euro per la componente mobilità. Ogni anno, con l’attività a pieno regime, favoriamo inoltre circa 710.000 rooming night all’incoming turistico che si traducono nel 3.5% delle presenze in provincia di Rimini».

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