Latte vaccino nella dieta dei bambini: è davvero da evitare?

Il latte vaccino, insieme alle uova, sono tra i principali responsabili di allergie alimentari in età infantile. A soffrirne sono meno di 2 bambini su 100 e il disturbo viene curato generalmente con l’eliminazione degli alimenti allergizzanti dalla dieta quotidiana. Ma è importante che tale scelta venga presa solo dopo aver eseguito un determinato iter diagnostico. E questo, purtroppo non sempre accade.

Eliminare il latte vaccino nell'alimentazione dei bambini a priori significa, infatti, privare questi ultimi di un alimento valido sotto il profilo nutrizionale in quanto ricco di proteine, vitamine e sali minerali.

Se è riconosciuto che i bambini debbano crescere col latte materno finché possibile, è altrettanto vero che dopo l’anno di vita è possibile introdurre nell’alimentazione del bambino anche il latte vaccino intero, fresco e pastorizzato.

Dunque, come riporta il giornale online di divulgazione scientifica specializzato Lattendibile.it, salvo allergie e intolleranze specifiche il latte vaccino nella dieta dei bambini non è un alimento da evitare a priori. In vero, nonostante latte e derivati siano spesso stati messi al banco degli imputati dall’opinione pubblica, la comunità scientifica ritiene che un consumo bilanciato di tali alimenti possa essere funzionale per l’organismo di grandi e piccini.

Allergie e intolleranze alimentari ai latticini: l’importanza della diagnosi corretta

Sebbene inizialmente sia facile confondere un’allergia al latte vaccino con un’intolleranza, a causa di alcuni sintomi similari, si tratta di due fenomeni molto diversi fra loro.

L’allergia alimentare si verifica quando il sistema immunitario dell’organismo, che normalmente combatte le infezioni, individua un alimento come un invasore. Questo porta a una reazione allergica, ovvero una risposta del sistema immunitario, il quale rilascia nell’organismo sostanze chimiche quali l’istamina. La reazione può provocare sintomi come orticaria, vomito, mal di pancia, tensione alla gola, raucedine, tosse, problemi respiratori o un calo della pressione sanguigna.

L’intolleranza alimentare si verifica quando l’organismo non è in grado di digerire correttamente o metabolizzare un alimento, la cui assunzione va a irritare l’intero apparato digerente. I sintomi di un’intolleranza possono includere nausea, gas, crampi, dolori alla pancia, diarrea, irritabilità o mal di testa.

Per comprendere realmente quale sia il problema e avere una diagnosi appropriata, l’unico modo è quello di rivolgersi al proprio medico o pediatra allergologo di fiducia. Meglio astenersi dall’autoanalisi e dall’esclusione a propri degli alimenti incriminati dall’alimentazione quotidiana.

Esiste la prevenzione?

In molti si chiedono se le allergie alimentari dei più piccoli, come quella al latte vaccino, possono essere prevenute. In un articolo pubblicato dal Magazine della Fondazione Umberto Veronesi, viene scritto quanto riportato: “Un genitore che fuma espone a un rischio il proprio figlio di sviluppare allergie […] idem dicasi per le mamme che escludono il latte dalla dieta in gravidanza, se non a loro volta allergiche”.

L’articolo prosegue indicando l’allattamento al seno come la migliore difesa per i neonati, in prevenzione dell’insorgenza di intolleranze e allergie alimentari. Viene altresì constatato che molti di questi disturbi vengono riscontrati quasi sempre nei bambini alimentati, fin dai primi giorni, con il latte artificiale.

A quanto pare, la scienza medica concorda su una cosa: l’allattamento da parte della madre è una protezione in più per le allergie alimentari. E tanto più è prolungato, meglio è.

Per l’introduzione del latte vaccino nella dieta dei bambini, meglio aspettare che un figlio abbia superato almeno l’anno di vita. In alternativa a quest’ultimo, tra i prodotti di origine animale consigliati vi sono i latti di asina e cavalla. Sono invece da escludere tutte quelle bevande di origine vegetale come latte di mandorla, soia, riso, avena e simili poiché non adatte ai più piccoli da un punto di vista nutrizionale.

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