Lasciò la fidanzata per il parroco, spedizione punitiva a Forlì dei parenti

Forlì

FORLI'. Quello che ad alcuni passanti è sembrato essere addirittura un tentativo di sequestro di persona, altro non era che una vera e propria “spedizione” di due genitori probabilmente giunti al culmine della disperazione che sono arrivati a Forlì dal sud Italia nel tentativo di riportare a casa il loro figlio, che da alcuni mesi convive con l’ex parroco (che ovviamente ora ha smesso la veste religiosa) del paese di origine. I due uomini, il più giovane dei quali, figlio della coppia, ha anche lasciato la fidanzata pur di coronare il suo amore per l’ex sacerdote, hanno contratto all’inizio dell’anno anche una unione civile prima di trasferirsi nel capoluogo romagnolo.

Tanta rabbia

Sabato scorso la sorpresa, certamente inaspettata, di trovarsi di fronte al padre e alla madre, quest’ultima addirittura armata di una pistola - poi rivelatasi una semplice scacciacani - con la quale pensava di dare più “peso” alla propria volontà di strappare il figlio all’uomo, più vecchio di lui di una ventina d’anni, che accusavano di essere un truffatore che aveva carpito la buona fede del loro ragazzo.

Con i coniugi, nell’auto, anche l’ex fidanzata, portata nella speranza forse che qualcosa si potesse riaccendere nel cuore e nella mente del giovane. Dalle parole si è passati ai fatti, con un crescendo di urla, strattoni e - pare - anche qualche colpo sparato con la pistola giocattolo, che comunque ha suscitato grande allarme e paura nel quartiere. Al punto da spingere i vicini di casa a chiamare i carabinieri, intervenuti subito sul posto con una pattuglia del Nucleo operativo e Radiomobile in quel momento in servizio sul territorio, che ha provato a placare gli animi molto accesi.

Le conseguenze

Una volta chiarito quello che era appena accaduto, i militari hanno identificato tutte le parti coinvolte, non potendo però esimersi dal denunciare il padre e la madre del giovane, che non ne voleva sapere di lasciare il compagno, per violenza privata e minaccia aggravata dall’uso di un’arma, anche se rivelatasi non vera.

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