Lasciare il cane in auto al caldo è un reato

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Lasciare il proprio cane chiuso in macchina anche “solo” per il tempo di una commissione, non è solo un reato punito dalla legge ma soprattutto un comportamento che può causare la morte del nostro amico a quattro zampe. Capita spesso, di vedere cani chiusi all’interno di vetture in parcheggi assolati, magari fuori da centri commerciali o supermercati. Talvolta, i padroni lo fanno con superficialità credendo che abbassare di qualche centimetro il finestrino possa essere sufficiente a tutelare la salute di Fido. Non è così. Se l’uomo dissipa il calore attraverso la sudorazione, il cane dispone solo di poche ghiandole sudoripare poste principalmente nei cuscinetti delle zampe. Dunque, per abbassare la temperatura, si avvale principalmente della respirazione. Se, però, l’aria respirata è caldissima - come facilmente lo è quella di un abitacolo -, questo tentativo può rivelarsi inefficace e dunque esporre il cane al rischio, potenzialmente mortale, del colpo di calore. Attenzione perché, proprio per questa ragione, abbassare il finestrino di due dita non è sufficiente.

Se il buonsenso non fosse sufficiente, a vietare di lasciare l’animale all’interno della macchina quando fa caldo è anche la giurisdizione italiana. Diversi sono i pronunciamenti della Corte di Cassazione in tal senso, che ha ritenuto responsabile lo scellerato padrone, anche in assenza della volontà di non infierire su Fido. Tale comportamento, è punito dal codice penale, all’articolo 727, che condanna la detenzione incompatibile di un animale. Come comportarsi, dunque, in caso si vedesse un cane chiuso in auto? La cosa migliore da fare è contattare immediatamente le forze dell’ordine che hanno facoltà di intervenire, liberando il quattro zampe in caso di sofferenza, e di denunciare d’ufficio il detentore dell’animale. Che fare se non fosse possibile un intervento tempestivo da parte delle autorità? Chi rompe il finestrino, per soccorrere l’animale, può essere ritenuto responsabile? «Alla luce dell’orientamento giurisprudenziale in materia e della coscienza collettiva nel ritenere doveroso tutelare gli animali considerati esseri senzienti, – spiega l’avvocato Claudia Taccani sul sito dell’organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) – risulta possibile invocare lo stato di “necessità” in caso di eventuale richiesta di indennizzo, in sede civile, da parte del proprietario del veicolo, tenendo presente che il reato di danneggiamento è stato depenalizzato. Tuttavia, è sempre consigliabile prima di tutto contattare immediatamente la forza pubblica e, al fine di contestare una responsabilità al detentore dell’animale, avere testimoni e prove».

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