L'analisi di Pizzolante: porti chiusi, porti aperti

Editoriali

Il governo “mostruoso ma necessario”( copyright Il Foglio), sta per essere varato. Non ho mai avuto dubbi in tal senso. Pensare di mandare a casa un Parlamento, dopo un anno di vita, con il 17% dei parlamentari e con il primo partito che ha dimezzato i voti, è da principianti.

Pensare di mandarlo a casa chiedendo i pieni poteri, da una spiaggia romagnola, non lontana da Predappio, a torso nudo, con il crocifisso in mano, è da folli. Pensare di mandarlo a casa, dopo che i tuoi amici, al tuo seguito, sono andati a chiedere i soldi a Mosca per il tuo partito, per sfasciare l’Europa a favore della Russia, significa essere cretini. Significa non capire, le dinamiche geopolitiche,i poteri veri in campo, la capacità di reazione degli USA o dei francesi o dei tedeschi.
Ciò detto, anche i principianti, nonché cretini, nonché folli, ieri osannati dalle televisioni e dai giornali ed oggi quasi scomparsi, possono risorgere, di fronte ad un “governo mostruoso” che ai “porti chiusi” dovesse contrapporre i “porti spalancati”. Se non si capisce che la questione immigrazione è centrale, il governo che sta per nascere avrà vita breve. E potrebbero tornare i folli. A breve. Anche più folli di prima. Anche, magari, uno più folle del folle del Papeete.
Guardate i risultati di Afd , i neo nazisti, in Germania. Non si scherza con il fuoco. Non si può evocare discontinuità in nome dei porti aperti , o di una generica “umanità”, che se priva di politiche forti diventa la porta spalancata alle pratiche più disumane.
Non è questa una questione solo di ordine pubblico. È la grande questione politica sulla quale si giocano i destini delle democrazie in Occidente. Può sembrare eccessivo, ma non lo è.
Ci sono partiti nazionalisti che vincono le elezioni in Paesi dove non ci sono migranti, in quanto avversi ai migranti. In virtù della retorica contro “l’invasore”, la “sostituzione di popolo”, il “nemico esterno”. Queste stupidaggini qui, che fanno molta presa in una epoca stupida.
Orban era in piena crisi in Ungheria quando ci fu la strage di Charlie Hebdo, come altri leaders di tutto il mondo partecipò alla grande manifestazione di Parigi, ma non era in prima fila, a braccetto dei grandi Capi di Stato. Osservò il mondo occidentale affranto, che piangeva i suoi morti, ma non si emozionò più di tanto, capi che il dolore poteva essere trasformato in odio, contro “gli invasori”, i nemici. La paura poteva diventare risorsa, energia per la propaganda sovranista e nazionalista. Tornò in patria e avviò una grande campagna, sui muri delle città, in televisione, sui giornali, sui social, ovunque, contro l’invasione degli immigrati. Non c’erano immigrati in Ungheria. Ma funzionò e funziona.
Tornando in Italia, bisogna dire che Salvini ha fallito sull’immigrazione! Altro che porte spalancate. Ha fallito perché oltre gli show macabri dei bambini sequestrati in mare, non c’è nulla. Arrivano sbarchi da tutte le parti. In una settimana di vacanza nella mia Leuca, ho visto tre sbarchi di cui nessuno ha parlato. Sono aumentati i clandestini, sono diminuiti i rimpatri. Quasi azzerati i processi di integrazione. Le aziende del nord sono in crisi perché non arrivano più immigrati regolari. Bisogna denunciare il grande bluff! Di chi non vuol risolvere il problema, ma amplificarlo all’infinito, per avere il caos che produce voti.
E bisogna lavorare, con intelligenza, per una soluzione europea vera, decisiva. Confini europei, guardia costiera europea, accordi in Africa, integrazione, corridoi umanitari, contrasto alle guerre. E ci vuole un ministro politico, altro che funzionari di pubblica sicurezza, ma “umani”.
Speriamo bene.
(*) già parlamentare

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