L’Albana è cresciuta e ora traina il gruppo

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Si va dall’Albana che un tempo fu quasi solo dolce e passito e ora invece si impone nella tipologia secco, a volte con caratterizzazioni significative, come nel botritizzato e sempre interessante Codronchio di Fattoria Monticino Rosso, alle interessanti spumatizzazioni briose di mini vinificazioni in seno a grandi cantine sociali come avviene per Masselina in seno a Cevico. Si passa per molteplici versioni di secco, dalle più fruttate eppure sobrie imolesi, come quelle della cantina Banchini, a quelle più sapide e internazionali prodotte sul colle di Bertinoro che guardano al mare non troppo lontano: I Croppi di Celli in questo senso, dettano la linea ormai da lustri e ora si propongono sempre di più sui mercati internazionali. «Negli anni abbiamo cercato di rendere sempre più gastronomica la nostra albana, bilanciano fruttato e floreale con la sapidità data dai nostri terreni», come spiega Mauro Sirri di cantine Celli. L’Albana, prima Docg d’Italia a bacca bianca, i cui grappoli dalle colline del Cesenate si rincorrono verso Bertinoro e su su fino a Dozza, traina i bianchi del “Club”. Un vitigno, l’Albana, in piena rinascita in qualità e quantità, tanto da registrare una crescita di quasi 200mila bottiglie prodotte nel volgere di tre anni (578mila nel 2017 a 756 nel 2020, fonte Consorzio Vini di Romagna).

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