Labbro leporino: la malformazione che colpisce un neonato su mille

Nel mondo un neonato ogni mille nasce con il labbro leporino, malformazione congenita che si manifesta sin da quando il piccolo si trova nella pancia della mamma. Si tratta di una fissurazione in genere fin sotto il palato che di solito è associata alla palatoschisi, che invece tocca più direttamente il palato creando un passaggio anomalo con le cavità nasali. Ma quali sono le sue cause? La ricerca ha individuato fattori genetici ma anche ambientali. L’uso di tabacco, alcol o altre sostanze da parte della madre in dolce attesa, possono aumentarne il rischio. Il problema è profondo specie quando il neonato cerca di mangiare: ha difficoltà a chiudere le labbra intorno al capezzolo durante la lattazione. I più piccoli possono così avere l’aiuto di tettarelle ad hoc per il biberon per aiutare la suzione. Sia il labbro leporino sia la palatoschisi possono essere corretti con un intervento chirurgico. L’intervento su labbro leporino, naso e palato molle può essere eseguito intorno ai 3-6 mesi di vita, quello per il palato duro, invece, deve aspettare i 15-18 mesi. Ma non finisce tutto con la chirurgia: con il passare degli anni i piccoli possono avere bisogno di un trattamento dentale e ortodontico, logopedia e un supporto psicologico.

Ma c’è un modo per ridurre il rischio?

La ricerca ha dimostrato che l’assunzione di acido folico quando si è in dolce attesa, durante il primo trimestre, può ridurne le probabilità. Fondazione Operation Smile Italia Onlus da oltre vent’anni è impegnata nella cura delle malformazioni cranio-maxillo-facciali e nella diffusione della conoscenza intorno a queste patologie. Nel 2011 la Fondazione ha avviato un’importante collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale, dando vita al Progetto Smile House, un modello organizzativo di rete, su scala nazionale, nato con l’obiettivo di gestire in modo efficiente ed efficace tutto il percorso di cura del bambino, che va dalla diagnosi prenatale fino al termine dello sviluppo psico-fisico, fornendo assistenza ai pazienti e ai loro familiari, formando medici ed operatori sanitari specializzati in diagnosi e cura delle malformazioni del volto e sviluppando contestualmente progetti di ricerca con lo scopo di fornire modelli assistenziali di elevata qualità e sicurezza. Il Progetto conta oggi su sei realtà: tre Centri di diagnosi, chirurgia, formazione e ricerca a Milano, Roma e Vicenza e tre ambulatori, a Cagliari, Ancona e Taranto, dedicati alla diagnosi e alle cure complementari alla chirurgia.

«Il percorso di cura del paziente non finisce con la chirurgia primaria né con gli interventi primari – afferma Domenico Scopelliti, chirurgo maxillo- facciale e vicepresidente della Fondazione Operation Smile Italia Onlus -. Bisogna seguire il paziente fino alla fine dello sviluppo. Questo implica uno sforzo collegiale, che dovrà essere continuato e coordinato in modo tale da dare la risposta adeguata in un momento preciso della crescita e con una collaborazione multidisciplinare interdipendente, che abbia come obiettivo finale l’integrazione sociale del paziente».

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