La vongolara affondata a Cesenatico torna in mare

Due mesi dopo il naufragio sulle scogliere all’imboccatura del porto, la motopesca “Emilia” è di nuovo in grado di riprendere il mare. Per tornare a prendere vongole dovrà però aspettare che si concludano le operazione di collaudo.

In meno di 60 giorno la barca è stata rimessa a nuovo dai maestri d'ascia degli storici cantieri “Marconi” di Cesenatico. Tolto il motore da revisionare, è stata riaperta l’opera viva dello scafo nei punti dove si erano prodotte le falle. Sono state sostituite sei ordinate, rinnovare le serrette di collegamento, rifatto il fasciame divelto dalla collisione sugli scogli.

L’affondamento nel basso fondale era avvenuto la mattina del 19 febbraio scorso, ad appena un centinaio di metri dalla riva, per via della fitta nebbia, che rendeva invisibile l’imboccatura dei moli. Le operazioni di recupero erano state complesse ma fatte con efficienza. Svuotata dall’acqua e riportata in assetto di galleggiamento, tramite due pontoni e una gru la barca, la barca di 15 metri di lunghezza per 25 tonnellate di stazza, era stata fatta rientrare in porto, accostata al molo di levante e qui, dopo essere stata imbragata, era stata sollevata in modo da posarla “a secco” sulla banchina. Le maestranze del cantiere “Marconi” avevano lavorato di notte per rattopparla quel tanto che serviva per rimetterla in acqua in giorno seguente, così che potesse navigare a traino sino allo scalo d’alaggio. Una volta là, è stata ricoverata e riparata in cantiere. Lo squarcio prodotto dall’impatto era di 270 centimetri per 70.

«Adesso la barca è pronta per ritornare in mare - spiega Elviro Marconi, che con i fratelli Marzio e Mauro è discendente di una dinastia di maestri d’ascia presenti a Cesenatico già da fine dell'Ottocento - I danni sono stati ingenti, ma abbiamo fatto di tutto perché il suo equipaggio potesse tornare al lavoro. C'è stato bisogno di sbarcare il motore per revisionarne le parti meccaniche e ricostruire l’impianto elettrico, tutto da certificare. Le spese sono state ingenti, specie per quanto riguarda il recupero: 26.000 euro tra pontoni e gru e 10.000 euro per le riparazioni».

La “Emilia” era stata costruita proprio nei cantieri “Marconi” 32 anni fa ed Elviro Marconi sottolinea che «per riparare e rimettere completamente a nuovo queste barche in legno occorre particolare esperienza e perizia. Abbiamo quasi tralasciato il resto per fare il prima possibile. Con noi per l’impiantistica ha lavorato la “Navitec”, altra realtà importante della cantieristica navale locale».

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