La Uil: "La sanità in Emilia-Romagna ha perso l'orientamento"

L’eliminazione dell’auto medicalizzata a Meldola non è altro che «l’ennesima spia di una grande difficoltà del modello sanitario pubblico dell’Emilia-Romagna, che va affrontato al più presto con un Patto per la salute, come abbiamo fatto con quello per il lavoro e il clima».
Ne è convinto Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, che vede la «stessa scena di 15-20 anni fa, quando si iniziarono a chiudere i piccoli Pronto soccorso e la teoria di allora era che sarebbe bastata l’auto medicalizzata, che avrebbe consentito di raggiungere in pochi minuti ospedale attrezzati. Ora si toglie invece quel servizio da cui dipende la vita delle persone. Perciò nessuno provi a motivare questa decisione citando statistiche, perché delle statistiche mi faccio un baffo davanti alla morte: anche una sola vittima sarebbe intollerabile».
Ma per Zignani occorre andare anche oltre la specifica questione dell’automedica. «Il problema non è Carradori, ma una sanità che in questa regione ha perso l’orientamento, senza più una programmazione e una visione. I direttori generali fanno quel che possono, ma sono come gli allenatori di calcio: se hanno a disposizione una squadretta scadente, non possono fare miracoli».
Il segretario della Uil invita anche a non scaricare tutte le colpe su Roma: «Certo che ci sono responsabilità dei governi passati e di quello presente per la carenza di fondi destinati al Servizio sanitario nazionale, ma il nodo non è solo lì. La verità è che la sanità pubblica dell’Emilia-Romagna, che veniva presa ad esempio in tutta Europa, ora sta boccheggiando, perché c’è una preoccupante mancanza di idee sul futuro. A volte, anche con poche risorse, le idee possono salvarti da situazioni critiche come quella che stiamo vivendo».
E allora ecco il pungolo alla giunta Bonaccini: «Come sindacati, aspettiamo ancora il famoso incontro in Regione, dopo che a novembre abbiamo consegnato un documento unitario al presidente Bonaccini. Con quell’iniziativa abbiamo detto una cosa chiara: serve un patto per salvare la nostra sanità pubblica e darle un futuro, con un’iniziativa simile a quella che abbiamo fatto per il lavoro e il clima, perché il problema sta diventando molto serio. Non perdiamo altro tempo».

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