La talentuosa xilografia al femminile in Romagna

Cultura

«Tra le prime concrete iniziative editoriali che, dopo la pausa bellica, assegnano alla xilografia un ruolo centrale è d’obbligo citare la rivista “La Pié”, fondata a Forlì nel 1920 da un trittico di famosi intellettuali romagnoli: il medico-poeta Aldo Spallicci, il giornalista-scrittore Antonio Beltramelli e il musicista futurista Francesco Balilla Pratella».
Così Gianignazio Cerasoli sintetizza la nascita del periodico nel saggio “Dall’antico legno germoglia la nuova arte: rinascita e fortuna della xilografia nell’editoria italiana del primo Novecento” inserito in “Xilografia (1924- 1926). Un’utopia grafica”, il catalogo curato da Alessandra Bigi Iotti dell’omonima mostra riminese del 2017, realizzato da Nfc Edizioni di Rimini. Dal 1922, la terza annata, cominciano ad apparire in copertina e all’interno le xilografie policrome originali dei migliori artisti del tempo e la rivista diventa negli anni un riferimento di culto per gli appassionati di questa tecnica.
Tra gli incisori figura una esigua compagine femminile che sebbene poco rappresentata quantitativamente si rivela ricca di opere talentuose eseguite con grande abilità tecnica. È il caso di Nora Massani, della quale purtroppo non è disponibile alcun riferimento biografico, autrice, a cavallo degli anni 30 di almeno un paio di raffinate copertine, come la “Vela romagnola” del fascicolo n.7 del 1930. Così come Emma Calderini (Ravenna 1899 – Medesano 1975), pittrice, ceramista, giornalista e disegnatrice di moda, studiosa del costume popolare italiano, molto nota quale capace costumista teatrale. Nella sua straordinaria carriera incide una sola xilografia per il n.10 de “La Pié” sulla quale “Spaldo” Spallicci le dedica un articolo. Si tratta della bellissima “Contadina romagnola” che anticipa quella da lei presentata alla Mostra internazionale di scenografia teatrale alla 6ª Triennale di Milano del 1936. Poco produttiva è anche Flora Bernardi (Faenza 1910 – Padova 1997), allieva di Francesco Nonni, collaboratrice grafica di “Valdilamone”, la rivista romagnola di lettere e d’arti pubblicata trimestralmente dallo Stabilimento Grafico Fratelli Lega di Faenza dal 1927 al 1935, per la quale realizza copertine stilisticamente ispirate all’opera di Giuseppe Ugonia. Per il n.2 del 1932 de “La Pié”, Flora incide “Faenza sotto la neve” nella quale l’impianto scenico e l’immagine del duomo innevato che si vede dalla finestra, richiamano “Brisighella nevosa dietro la vetrata” di “Fafina” Ugonia, copertina del fascicolo n.11-12 del 1924. Vera professionista dell’incisone xilografica si rivela invece Emma “Mimì”, Quilici Buzzacchi (Medole 1903 – Roma 1990), autodidatta molto dotata, in contatto con gli artisti del Novecento ferrarese che si raccolgono attorno al marito Nello Quilici, direttore del “Corriere Padano”. Mimì ottiene un ampio riconoscimento già alla 16ª Biennale di Venezia del 1928, dove ritornerà nel 1950, e in tutte le principali rassegne sull’incisione italiana moderna. Nel suo periodo romano frequenta il pittore Carlo Socrate e gli incisori Attilio Giuliani e Diego Pettinelli. Molte delle sue xilografie sono dedicate a Cesenatico dove trascorre le vacanze estive e alcune di esse, a cominciare dalle “Colonne venete di Cesenatico” del giugno 1927, diventano copertine de “La Pié” . Va ricordata anche Gianna Nardi Spada (Ravenna 1900 – Forlì 1979), la poliedrica artista , “pittrice dei fiori” per eccellenza , la quale disegna la raffinata fioritura del radicchio e la spiga di grano per la copertina di giugno del 1946 riportata su legno dall’ottimo Duilio Santarini (Rimini 1921 – Forlì 2015).

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