La storia del Dams in un doc prodotto dal figlio di Pisu

Cultura

Nel 2021 il Dams compie 50 anni e il regista Ambrogio Lo Giudice insieme allo scrittore e giornalista Cristiano Governa stanno lavorando alla sceneggiatura e alla pre-produzione del docufilm “Andate a lavorare”, prodotto da Giorgio Ciani, per la Genoma Films del riminese Paolo Rossi Pisu. L’opera farà parte del programma di celebrazioni che l’Alma Mater sta organizzando con il contributo della Regione Emilia-Romagna e la partecipazione del Comune di Bologna e della Cineteca di Bologna. La prima assoluta è prevista per il prossimo 17 giugno in piazza Maggiore a Bologna.

Il lungometraggio ripercorre, sempre in bilico tra finzione e realtà, l’avventura del Dams di Bologna. Un’opera per raccontare un’idea che avrà fra i suoi pionieri Renato Barilli, Furio Colombo, Umberto Eco, Giuliano Scabia, Gianni Celati, Luciano Anceschi, Ezio Raimondi, Tomás Maldonado, Paolo Fabbri, Luigi Squarzina. E studenti, diventati protagonisti della vita culturale del nostro Paese e non solo, dai compianti Andrea Pazienza e Roberto “Freak” Antoni, a Roberto Grandi, Eugenia Casini Ropa, Pino Cacucci, Patrizio Roversi, Enrico Scuro, Paolo Soglia, Igor “Igort” Tuveri, Paolo Fresu, Fabio Testoni e tanti altri, fino ad alcuni protagonisti del Dams del presente. Un’opera di ricerca storica e di indagine sull’attualità, legate dalla fiction, che vuol rispondere sostanzialmente a due domande: cosa c’era di speciale in quell’idea? E perché tutto è accaduto a Bologna?

«Quando Cristiano Governa mi ha proposto di celebrare il 50° del Dams con un docufilm, non ho avuto alcun dubbio e ho accettato immediatamente la sfida, enorme per me che ho sempre considerato il Dipartimento una entità mitologica, una eccellenza pura, un luogo dove si insegnava a mettere la creatività al servizio dell’arte, in un secolo nel quale il marketing e la comunicazione cercavano di fare esattamente il contrario – racconta il produttore Giorgio Ciani –. Ho chiamato Paolo Rossi Pisu che ha benedetto immediatamente l’idea lanciando il suo consueto grido di battaglia “Genoma Films c’è!”. A questo punto mancava il regista, e chi meglio di Ambrogio Lo Giudice, peraltro damsiano doc? Un primo incontro con Roberto Grandi e poi con Giacomo Manzoli, direttore dell’attuale Dipartimento delle Arti, che assieme ai colleghi ci ha fatto l’onore di inserire il progetto fra le celebrazioni del 50°. La fase attuale è quella della ricerca e assemblaggio materiali di repertorio, e di interviste ai protagonisti della storia; le riprese e il montaggio saranno fra aprile e maggio».

Prenderanno vita così i sogni di tanti ragazzi che hanno riempito le aule del Dams di Bologna guidati dalla loro passione per il mondo dello spettacolo. Una passione che lo stesso Rossi Pisu ha sempre avvertito prima inspiegabilmente e poi solo cinque anni fa ha capito perché. Sua madre in punto di morte gli ha rivelato infatti di essere il figlio naturale dell’attore e conduttore televisivo Raffaele Pisu, allora 90enne. Paolo Rossi Pisu (1966) è nato da un amore estivo tra l’attore e la madre conosciuta durante le riprese a Rimini del film “L’ombrellone” di Dino Risi. Raffaele Pisu lo ha accolto subito in famiglia insieme alla moglie Leda Martellini e all’altro figlio Antonio Pisu e i due hanno avuto modo di conoscersi a pieno, finché il padre non è scomparso poi nel 2019 a 94 anni.

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