La sostenibilità entra nella Costituzione: ma che cosa significa?

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La sostenibilità entra nella Carta degli italiani. È giunta al traguardo lo scorso 8 febbraio la riforma che prevede la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione, mettendo il punto a un lungo iter che era iniziato con la prima deliberazione in Senato nel giugno 2021. Il voto a favore da parte dei due terzi dei parlamentari, fa sì che la norma entri subito in vigore. Il patto generazionale per la salvaguardia dell’ambiente entra a far parte dei principi fondamentali del Paese. I padri costituenti all’articolo 9 stabilirono che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Ora si aggiunge anche che «tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni».

La riforma è stata accolta con entusiasmo dal mondo ambientalista, che ne riconosce la rilevanza in modo unanime.

«Stiamo parlando di un tema cruciale legato al nostro pianeta, al centro delle politiche mondiali, europee e delle mobilitazioni dei giovani, che non poteva mancare tra i principi fondamentali della nostra bellissima Costituzione - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - Ora l’auspicio è che il nostro Paese passi anche dalle parole ai fatti affrontando con più decisione e concretezza i grandi temi ambientali, a partire dalla lotta alla crisi climatica e dalla diffusione degli impianti a fonti rinnovabili, e i tanti problemi irrisolti con interventi, riforme (come l’introduzione dei delitti contro la flora e la fauna che ancora manca all’appello) e azioni che vadano nella direzione della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della giusta transizione ecologica ed energetica».

Anche il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori esprime soddisfazione. «La bellezza, la difesa dell’ambiente, del territorio e del paesaggio, che sono componenti importanti della nostra professione si confermano e si ampliano quali principi fondamentali di tutela nella nostra Costituzione», dice il suo presidente Francesco Miceli. Le modifiche dell’articolo 9 affermano anche che allo Stato è demandato di disciplinare «i modi e le forme di tutela degli animali». Ed è la prima volta che il riferimento agli animali entra nella Carta costituzionale. Un «fatto storico», come ha dichiarato Carla Rocchi, presidente dell’Enpa (Ente nazionale per la protezione degli animali).

Il nuovo dettato dell’articolo 41 ora rafforza la tutela ambientale introducendo due nuovi limiti a quelli posti all’iniziativa economica privata, che non può svolgersi «in modo da recar danno alla salute, all’ambiente», limiti che si affiancano anche a quelli che preservano dai danni «alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Purtroppo, nel mondo solamente altri quattro Paesi (la Svizzera, l’Austria, la Germania e l’India) hanno previsto nella loro Costituzione spazio per ribadire i principi di tutela per l’ambiente e gli animali. Ancora troppo poco.

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