La Romagna rischia il lockdown, oggi il vertice tra Ausl e sindaci

Cesena

Col virus alle porte, in Romagna preoccupa la ripresa dei contagi tanto da far temere un ritorno al lockdown. In particolare nel Ravennate, dove la diffusione del virus è tornata a crescere in modo esponenziale negli ultimi tre giorni (240 casi mercoledì, 196 giovedì, 216 ieri, un buon numero dei quali in ambito scolastico) assestandosi su numeri che non si vedevano dal periodo più critico della seconda ondata. E non va diversamente nel resto della Romagna: a Rimini ieri sono stati comunicati 258 nuovi casi, a Forlì è stata superata quota 100, mentre a Cesena con 172 positività è stato registrato il secondo peggior dato di sempre.

La tendenza

Un trend (eccezion fatta per l’Imolese, dove l’impennata è partita qualche giorno prima) che accomuna tutte le province, con il 23 febbraio come data spartiacque. Fino a quel momento alti e bassi, ma numeri tutto sommato contenuti; dopo, la corsa del virus è ripartita. Guarda caso, a un paio di settimane dall’allentamento delle restrizioni e dal ritorno in giallo.

Campanelli d’allarme

Ma è indubbiamente il Ravennate il territorio più esposto. Con quattro comuni già in zona arancione scuro – Riolo Terme, Massa Lombarda, Bagnara di Romagna e Conselice – e la contiguità territoriale con Imola e Bologna dove il cromatismo è lo stesso, l’ipotesi dell’estensione del lockdown è uno scenario tutt’altro che remoto. Prospettiva legata ai dati in primis, e alla varianti, ma anche alle sensazioni di chi indossa il camice e che ogni giorno è in prima linea: lontano da taccuini e riflettori in tanti, comprese voci autorevoli in ambito sanitario e istituzionale, ritengono che il rischio sia concreto. Le tempistiche non sono prevedibili, ma ci sono più campanelli d’allarme che stanno suonando. Soprattutto nelle scuole. Oggi è prevista una riunione decisiva tra i sindaci dei territori più esposti, la Regione e i vertici dell’Ausl.

Scuole in bilico

I dati quotidiani dimostrano come il virus stia circolando molto anche tra i giovani, dai bambini delle scuole dell’infanzia ai ragazzi delle superiori. A Faenza sono 20 le classi in quarantena, una trentina quelle che applicano la didattica a distanza e ormai tutti i comuni dell’Urf contano almeno una classe in quarantena, con la sola eccezione di Brisighella, mentre a Cervia ad esempio c’è stato di recente il caso della don Milani dove sono risultati positivi 26 bambini e un’insegnante. Non a caso in alcuni istituti del Ravennate le docenti ieri hanno invitato gli alunni a portare a casa il materiale scolastico. Una precauzione dettata dal timore di ritrovarsi dall’oggi al domani in dad. Come avvenne un anno fa quando, esattamente in questi giorni, a Ravenna i casi sospetti cominciavano a moltiplicarsi (tanto che all’ospedale vennero predisposti accessi diretti nel reparto di malattie infettive), trovavano riscontro i primi contagi conclamati (a fine mese ci fu il “paziente zero” ravennate, il calciatore Lorenzo Sarini), chiudevano le attività. E nel giro di un paio settimane si contarono le prime vittime.

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