La Romagna profuma di libertà

Paolo Boldrini da oggi è il nuovo direttore del Corriere Romagna. Mantovano, 60 anni, in precedenza ha diretto la Nuova Ferrara e la Gazzetta di Mantova. A Claudio Salvaneschi un sentito ringraziamento per il lavoro svolto da parte dei giornalisti del Corriere Romagna e di tutti i soci della Cooperativa editoriale giornali associati. Alla redazione gli auguri di buon lavoro. Ecco l'editoriale di saluto del nuovo direttore.

Buongiorno; prima di tutto l’educazione che impone di salutare e presentarsi quando si entra in casa d’altri. Sono un giornalista innamorato del suo mestiere che ha affrontato nella vita più salite che discese. Un po’ come Marco Pantani da Cesenatico che si esaltava sul Monte Carpegna (“Spingo così forte sui pedali per accorciare la sofferenza”. Grazie Pirata, hai lasciato un vuoto immenso).
Ho accettato l’incarico di dirigere il Corriere Romagna perché credo nell’informazione locale, una sfida che mi esalta soprattutto in tempi difficili. La guerra in Ucraina, una delle pagine più nere della storia europea, ha riportato nelle case degli italiani il valore del giornalismo sul campo grazie ai valorosi colleghi con elmetto e giubbotto anti proiettile: li ammiro per coraggio e professionalità. Al contrario detesto i principi dei salotti, esperti a gettone che saltano da un talk show all’altro spinti dalla vanità. Negli editoriali di presentazione dei direttori il rischio di rifugiarsi in frasi fatte e banalità è alto.

Mi terrò alla larga, limitandomi a una citazione: “I giornali devono essere scomodi e temuti per poter svolgere un’utile funzione civile”. Parole di Ferruccio De Bortoli nel saluto al Corriere della Sera. E poi c’è il manifesto di Mario Rigoni Stern:
“Leggete, studiate, e lavorate sempre con etica e con passione. Ragionate con la vostra testa e imparate a dire dei no. Siate ribelli per giusta causa e difendete la natura e i più deboli. Non siate conformisti e non accodatevi al carro del vincitore. Siate forti e Siate liberi, altrimenti quando sarete vecchi e deboli rimpiangerete le montagne che non avete salito e le battaglie che non avete combattuto”.


Aggiungo alcuni impegni: essere precisi e quindi attendibili, mai superficiali. Un quotidiano non è una catena di montaggio, ma una fabbrica di idee, deve avere un’anima e promuovere il dibattito. Ne sono convinto soprattutto dopo aver visto il monumento alla Libertà di stampa eretto a Conselice, in provincia di Ravenna. Il primo in Italia, che fa onore a questa città. Ringrazio presidente e cda di Cega per la fiducia che mi hanno accordato e la redazione che costituisce l’ossatura della cooperativa editrice del Corriere Romagna. Un saluto al mio predecessore, Claudio Salvaneschi, che mi consegna un giornale in salute. Da oggi il mio cuore batte per la Romagna, una terra laboriosa che brilla per le sue eccellenze e produce ricchezza. Merita la massima attenzione dai palazzi del potere, da Bologna a Roma. Una terra di passioni delimitata da due circuiti che conosco bene: Imola e Misano Adriatico.
Quest’ultimo intitolato a Marco Simoncelli, indimenticabile campione di motociclismo di Coriano (“Ora i tuoi riccioloni non sono più prigionieri nel casco, ma liberi di correre nel vento…”). Su quelle curve ho lasciato anch’io un po’ di freni e di emozioni. Sono appena arrivato e già mi sento a casa (boldrini@corriereromagna.it)

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