La Romagna è più lontana da Roma

Ora che sono stati eletti i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana (Lega) e Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia), manca solo l’incarico del capo dello Stato Sergio Mattarella a Giorgia Meloni per formare il nuovo governo di centrodestra.
Qualche giorno per il disbrigo delle ultime formalità, ma la strada ormai è tracciata.
Nei giorni scorsi il Corriere Romagna ha raccolto le istanze delle varie categorie economiche e sociali per dare un quadro il più possibile esauriente della situazione e anche per stimolare chi guiderà il Paese a ricordarsi di noi, periferia dell’impero.
Compito non facile, se ancora una volta la Romagna come sembra sarà esclusa dalla stanza dei bottoni. Sarei felice di essere smentito dai fatti, ma nel toto ministri che impazza da giorni non leggo nomi familiari. Possiamo ambire al massimo a un posto da sottosegretario e non è il massimo della vita. La marginalità è un rischio concreto per una terra laboriosa che non ha santi in paradiso e soffre l’esuberanza della vicina Emilia, sorella separata in casa, che anche nel governo Draghi sfoggiava fior di ministri (due solo a Ferrara, Patrizio Bianchi e Dario Franceschini). Nessun vittimismo, per carità, ma un dato di fatto.
Alla Romagna capitale del turismo e del divertimento mancano gli ambasciatori a Roma. Un tema non nuovo, in verità.
Alla pattuglia di parlamentari il compito di tenere accesi i riflettori sui nostri territori. La lista della spesa è lunga, dal caro bollette all’E45, dalle concessioni balneari al rigassificatore. Farsi sentire è un diritto e un dovere.
La capitale è lontana.

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