La Romagna è da rifare: "Servono risorse e commissario"

Per il presidente della Provincia e sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, «è arrivato il momento della ricostruzione. Il giudizio che diamo sull’operato del governo nella fase emergenziale è positivo, ma ora occorre entrare nel merito della seconda fase e mettere sul tavolo le risorse disponibili». Che non sono le poche migliaia di euro distribuite agli alluvionati e annunciate in questi giorni: «Quelli sono fondi che servono per l’emergenza, dall’esecutivo ci aspettiamo le risorse per la ricostruzione. La Romagna ha sempre contribuito quando ci sono state le catastrofi negli altri territori, mi sembrerebbe strano che ora non si mettessero soldi a disposizione per le nostre città». L’occasione per parlane, in un tavolo col governo a lungo richiesto, arriverà il 7 giugno quando il sindaco ravennate insieme ai colleghi di Rimini, Forlì, Cesena e Bologna sarà a Roma per incontrare i ministri. «Per me questo è un incontro tecnico – chiarisce il primo cittadino ravennate – in cui cominciare ad entrare nel merito. Il nostro intento è fare a capire al governo che è necessario passare dall’emergenza alla ricostruzione». Il sindaco esplicita: «Dobbiamo rifare argini, strade, ferrovie. Queste sono opere che non possiamo portare avanti in una logica emergenziale ma strutturale, anche perché non potremo certo ricostruire tutto allo stesso modo, a partire dalle sponde dei fiumi».

Il nodo commissario

La ricostruzione delle opere pubbliche è fondamentale, per questo è preziosa la presenza del ministro competente, Matteo Salvini. Proprio il leader leghista è stato indicato come una delle figure che ha finora osteggiato la nomina del presidente della Regione Stefano Bonaccini (anche lui sarà a Roma) come commissario per la ricostruzione. Su questo tema De Pascale è netto: «La nomina del commissario è fondamentale e mi aspetto che se ne parli all’incontro della prossima settimana». Riguardo alla figura da individuare, il sindaco ritiene che la bagarre che si è creata attorno a Bonaccini sia stata da subito impostata male: «L’errore è stata buttarla in politica. Quando ci fu il terremoto, non fu scelto Vasco Errani – che allora era presidente della Regione – per una questione politica ma perché era più semplice coordinare un lavoro di squadra che vedeva una serie di sub-commissari individuati negli enti locali, di qualsiasi partito. Se c’è una strada da rifare di competenza della Provincia, il presidente dell’ente ha bisogno dei poteri da commissario». Poteri che permettono di agire in modo rapido sia sul fronte burocratico sia su quello delle risorse. «Per questo – insiste De Pascale – serve la nomina. Il territorio interessato è immenso, si allarga fino a parti della Toscana e delle Marche. Quello del commissario sarà un lavoro di squadra, non di un uomo solo».

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