La riviera in cerca di braccia: "Solo uno stagionale su cinque è romagnolo"

La stagione estiva sta scaldando sempre più i motori, vaccinazioni, green pass e “allargamenti” vari preparano il terreno al turismo nazionale e internazionale e in Romagna è tempo di mettere a punto ogni dettaglio. Consueto reclutamento dell’esercito di lavoratori stagionali in primis. Proliferano quindi le iniziative per la formazione dei giovani per le attività ricettive della Riviera, quali ad esempio il seminario gratuito online ‘Consigli utili per trovare lavoro in hotel’ programmato proprio per oggi alle 15 da Federalberghi Riccione in collaborazione con Federalberghi Rimini e Federalberghi Misano Adriatico e cui sarà possibile partecipare registrandosi semplicemente sul sito www.cercolavoroinhotel.it.

Negli hotel si respira fiducia

«Sarà possibile collegarsi per ricevere consigli utili su come affrontare il colloquio di lavoro, come realizzare un curriculum vitae e assistere a un video tutorial su come utilizzare al meglio i servizi del portale gratuito cercolavoroinhotel.it creato da Federalberghi per trovare un impiego in uno dei 1000 hotel che utilizzano il portale per reclutare personale» spiega il direttore di Federalberghi Riccione Luca Cevoli. «Con il mese di maggio e soprattutto il ponte del 2 giugno si prospetta l’apertura totale di tutte le attività alberghiere e ci aspettiamo una bellissima stagione estiva, se il meteo sarà dalla nostra parte: vogliamo quindi aiutare chi cerca lavoro a districarsi in questo mondo. Oramai siamo tutti “imparati” a gestire informazioni, certificazioni e aggiornamenti attraverso le piattaforme online, la pandemia ha reso ancor più necessaria questa modalità e continuiamo a usufruirne consci anche dei vantaggi che ha: per domani abbiamo infatti già 40 iscritti che diventeranno ben oltre 50 e in presenza non sarebbe possibile in questo momento riuscire a organizzare una formazione per più di una dozzina di persone. Ci sono iscrizioni anche da fuori regione, già una quindicina, e siamo contenti dell’adesione» rivela, illustrando quali siano le difficoltà principali riscontrate con i giovani di oggi: «In genere diversi sono sprovvisti di corsi di formazione sulla sicurezza sul lavoro, il pronto soccorso, la squadra antincendio e il libretto alimentarista, lacune che risolviamo facendoglieli in loco o attraverso la Fad, la formazione a distanza. Ai canonici problemi, si è aggiunto ora il recepimento dei protocolli: bisogna cioè che siano istruiti per bene sul lavorare con la mascherina o i guanti, sul monitorare che i turisti siano rispettosi delle direttive e la necessità fare magari un po’ la voce grossa specie con i ragazzi, sull’uso dell’ascensore, le distanze al ricevimento… tutte procedure cui comunque tutti ci stiamo abituando. Siamo quindi ottimisti sull’estate che verrà».

Stagionali più ‘attempati’ e meno romagnoli

Giuseppe Del Magno è invece coordinatore organizzativo di ‘Domani… io’, uno dei laboratori di apprendimento online messi in essere insieme al Centro per l’Impiego all’interno di ‘Scegliere attivamente’, il progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna per costruire una rete di soggetti e iniziative di orientamento con cui aiutare i ragazzi fino a 19 anni nelle loro scelte e il loro successo formativo e lavorativo. ‘Domani… io’ si propone di fornire ai ragazzi degli ultimi anni delle Superiori una sorta di focus sul post diploma, le possibili strade e gli scenari. «Sono diverse le incognite che emergono dal confronto con gli operatori del Centro per l’Impiego, figlie dei diversi cambiamenti sia nelle professioni che nelle nuove modalità imposte dalla pandemia: mentre fra i ragazzi si respira molta aspettativa di poter lavorare, negli operatori c’è un po’ di paura di non riuscire a programmare per tempo le attività visto che si naviga un po’ a vista. Pensiamo solo all’animazione in spiaggia: si potrà fare ancora? Come? Con quali accorgimenti?» premette Del Magno, mettendo in rilievo quelli che sono i due scogli principali per i ragazzi. «Il primo è l’età. Fino a qualche tempo fa era normale iniziare a fare la stagione già a 14 anni, ora è invece riservata in pratica ai maggiorenni viste le normative vincolanti per i datori di lavoro (due giorni di riposo invece che uno con i nostri ritmi sono ad esempio un freno incredibile) e i ragazzi di quarta e di quinta superiore non hanno ancora avuto quel contatto con il mondo del lavoro che si maturava sul campo da adolescenti. Questo fa sì che l’atteggiamento sia culturalmente diverso: il lavoro non è più prioritario come in passato, ma diventa una delle tante alternative insieme ai viaggio studio e all’esperienza di apprendimento all’estero. E anche quando propendono per il lavoro, nella ricerca i giovani sperimentano per la prima volta a 18 anni esperienze quali il fare un curriculum o il contattare una attività stagionale con le tecniche dovute che dovrebbero essere naturali». Ancora Del Bianco, che chiosa rivelando: «Dagli anni ’80 a oggi c’è stato un ribaltamento nel mondo degli stagionali: si è passati dall’80% di ragazzi del territorio con un 20% da fuori regione all’80% di non romagnoli di oggi». Il futuro è sempre più nella formazione specialistica e, seppur in grande ritardo, l’Italia sta capendolo e investendovi con decisione. Leggasi Recovery Plan. Con grande soddisfazione di chi come il presidente della Fondazione Its Turismo e Benessere Pietro Fantini ne tocca con mano sviluppi ed effetti concreti. «Il fattore umano nel terziario e in particolare nel turismo è decisivo ed è fondamentale investire sulla formazione tecnica superiore per i giovani in una fase storica come questa in cui il Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza valorizza il sistema Its: istruzione e formazione sono infatti essenziali per la crescita sociale ed economica».

Quali sono i plus dell’Istruzione Tecnica Superiore e come è organizzata?

«Si tratta di scuole di alta specializzazione, percorsi biennali post diploma che vogliono formare figure tecniche qualificate che possano trovare spazio nei settori strategici del turismo mettendo a sistema scuole, imprese, Università ed enti di formazione. E’ un modello organizzativo di stretta connessione fra istruzione e mondo dell’impresa che parte dalle esigenze di professionalità innovative del sistema turistico regionale per tradurle in competenze spendibili immediatamente nel mondo del lavoro: basterebbe un dato per rendersene conto, l’83% a fine percorso trova un impiego. In Italia gli studenti che scelgono un Its sono solo 16.000 contro i 300.000 della Francia e gli 800.000 della Germania, ma per fortuna questa offerta formativa che ha quindi ampi margini di sviluppo è un elemento cardine del Recovery Plan».

Quali sono queste professionalità innovative nel turismo?

«In Emilia Romagna i nostri corsi hanno tre connotazioni. A Rimini abbiamo quello di Gestione delle strutture turistiche alberghiere, per i manager delle strutture ricettive quindi».

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