Rinoceronte ambasciatrice del Fellini Museum: esordio a Venezia

Rimini

Un’ambasciatrice di duecento chili di peso, quattro metri e mezzo di lunghezza e due metri e mezzo di altezza. Conquistato sul campo il ruolo di simbolo del Museo Fellini di Rimini, la rinoceronte del film “E la nave va” ieri è sbarcata a Venezia, dove è in corso la Mostra internazionale d’arte cinematografica e dove oggi parteciperà alla regata storica. La scultura, così lontana dall’iconografia felliniana più abusata, viaggerà su una bissona di dodici metri, spinta da quattro vogatori, battente bandiera Fellini Museum. Dopo la regata si concederà qualche giorno di riposo nel bacino dell’Arsenale, giusto per incontrare i visitatori della Biennale di Architettura, per poi riprendere il largo in direzione del Lido, dove la rinoceronte saluterà, si immagina ricambiata, la più importante istituzione cinematografica al mondo. E questa è soltanto la prima tappa che la bestia felliniana dovrà affrontare nella nuova veste di ambasciatrice del museo riminese: sarà ospite della Triennale di Milano, poi a Firenze e poi ancora a Roma. Tutto nasce “quasi” per caso: la femmina di rinoceronte riprodotta in jesmonite in piazzetta San Martino, davanti all’ingresso del Fellini Museum, alle spalle del Fulgor, giorno dopo giorno conquista pubblico (in tanti non ce la fanno proprio a non montarle in groppa) e mass media internazionali. Il sindaco Andrea Gnassi e l’amministrazione comunale di Rimini chiedono allora allo Studio Forme di Roma, eccellenza nel campo del restauro artistico e nella cui bottega è stata scolpita la scultura, di realizzarne una seconda copia, più leggera, in resina e polistirolo, adatta a un progetto promozionale. L’idea è chiara: fare di questa scultura l’ambasciatrice adesso in Italia e domani nel mondo, di “FM” (Fellini Museum), affidarle l’annuncio che Fellini e il suo cinema hanno finalmente una loro casa. Ieri il primo viaggio e oggi l’esordio a Venezia nell’ambito delle celebrazioni dei 1.600 anni dalla fondazione della città.

Fellini e Venezia

La laguna passa dai transatlantici che la feriscono al sogno di Fellini che omaggia l’arte italiana. Vale la pena ricordare fra le altre cose, il rapporto fantastico di Fellini con Venezia, una città da cui fu affascinato, come ci ricorda Pietro Citati, «a partire dal Casanova, e specie negli anni dopo il 1980, questo fascino diventò quasi una ossessione. Non ignorava nemmeno un particolare della storia della città: lesse moltissimi libri su Venezia, lesse e rilesse Le pietre di Venezia di John Ruskin e Il desiderio e la ricerca del tutto di Frederick Rolfe, dove appaiono tutti i colori di Venezia, i profumi, le piogge, le nevi, le notti, le estati soffocanti, e le clamorose giornate primaverili. Amava il Carnevale di Venezia, la vera utopia in cui culminava la vita, rovesciandosi nel proprio contrario. Fellini accarezza l’idea di fare un film su Venezia, oggi restano circa 200 pagine di appunti sconosciuti: gli abbozzi e i relitti di un bellissimo film... Che assomiglia alla laguna: un equilibrio di terra e di mare, di pieni e di vuoti, di ombre e di luci; possiede lo stile inquietante e leggero dei palazzi di Venezia, con la loro trina infida e attraente».

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