La riccionese Isabella Marinelli e i suoi calchi “body positivity”

L’arte, la letteratura, la fotografia sono espressioni di quella ricerca che l’uomo persegue per lasciare tracce di sé, del proprio sentire, talvolta ad imbrigliare il tempo, suggellarlo. In questa tensione, l’originale arte della riccionese Isabella Marinelli ha una visione molto contemporanea e parallelamente ha radici ben piantate nel solco della tradizione, nonché riferimenti cari alle avanguardie artistiche del 900, o alla Body Art, che Marinelli ha declinato alla sua maniera, stimolata dalle tendenze americane e olandesi più attuali, esprimendosi attraverso la Body Positivity: «Amo i ricordi, sono una emotiva, empatica, per questo è importante tenere con me cimeli del tempo passato, delle persone a me care, per tornare alle emozioni vissute, provate».

I ricordi artistici di Isabella atti a fermare il tempo che fugge, prendono forma dal 2016, dopo le sue due gravidanze scopre questa tecnica e folgorata dalle opere di una artista olandese, decide di far confluire lì tutta la sua creatività: «La vita è amore, cura per l’altro, gli anni di volontariato in terre lontane e disagiate, dove tanti bimbi vengono abbandonati, hanno portato alla luce il mio senso di accudimento. Penso che il motore del mondo, almeno il mio, sia l’amore, da questo sentire prendono le mosse i miei calchi artistici, come le “Mani di famiglia”. Sculture che riproducono fedelmente porzioni significative del nostro corpo o dell’altro, o di più persone assieme. Per poterle rivedere e toccare quando lo si desidera, come la mano del bimbo appena nato che sfiori subito dopo il parto, un contatto unico e indimenticabile».

Ecco quindi che attraverso questa tecnica artistica Isabella può eseguire in pochi minuti calchi con prodotti assolutamente naturali e atossici. «Il mio desiderio è che tutti possano avere ricordi tridimensionali per celebrare l’amore nei confronti delle persone per noi speciali, come i piedini dei propri bimbi o di parti di significative di sé, come la pancia delle partorienti, una cicatrice, un sorriso quando invece dentro scendevano lacrime, o le mani della nonna, per averle per sempre con noi, come quelle che ho realizzato per la nonna novantenne che mi ha cresciuta.

Le mani che si sfiorano sono sinonimo di promessa, di presenza, diventano anche un importante ricordo per gli sposi, uno scambio di intenzioni. A mio avviso è una celebrazione molto forte, la scultura delle proprie mani congiunte, unite in un simbolico scambio di promesse, diventa una dichiarazione ancora più bella e intensa».

Oltre a queste opere molto intime e personali, ma sempre dall’effetto wow, Isabella usa questa tecnica artistica del calco durante eventi aziendali e cerimonie, per «ritornare al senso di unione con l’altro ed eliminare le distanze» suggellandolo tramite la Body Positivity.

Isabella cosparge di acqua e polvere le parti del corpo designate al calco, dopo un’immersione di pochi minuti, l’impasto diventa come gomma, successivamente viene eseguita una colata in gesso o resina, e l’opera che ne emerge viene poi sottoposta ad accurata e creativa levigatura, coloratura e posta su una base.

L’artista agisce su più fronti, perseguendo anche progetti artistici personali che vedono l’utilizzo di modelle per ottenere sculture che parlano di condizione femminile e non solo, di non detti, di ferite intime e corporee, tabù, vittorie, sconfitte, bellezza naturale o sottoposta ai dogmi sociali. «Desidero trasformare le persone in arte. Perché vivano da protagoniste e celebrino le proprie emozioni, facendole scultura, utile talvolta anche al superamento di traumi, e diventare altro da sé», quale gesto catartico, terapeutico.

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