La regista De Cinto e il suo doc "Il Moro" verso gli Oscar 2024

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Il cortometraggio “Il Moro” di Daphne Di Cinto, girato alla Rocca di Dozza e alla Rocca di Imola nel gennaio dello scorso anno, entra nella long list delle candidature al Premio Oscar del 2024. Il “Reel sisters film festival” di New York in cui il corto si è aggiudicato il primo premio a ottobre, infatti, è uno fra quelli che l’Academy of Motion Picture considera un punto di riferimento da cui attingere per le nomination.

«Quando ho iniziato questo progetto sapevo di voler lavorare al livello più alto possibile. Quando faccio una cosa, punto a farla al meglio. Però è pur sempre la mia prima regia, e quando dicevo a colleghi e amici che saremmo andati agli Oscar, lo dicevo scherzando – commenta Di Cinto, conosciuta anche come attrice per aver interpretato la Duchessa di Hastings nella serie “Bridgerton” di Netflix –. Sì certo, speravo di vincere un festival che ci portasse alle qualifiche per gli Oscar, ma forse non osavo crederci davvero. Sono orgogliosissima del team che si è prestato a creare “Il Moro”. Questa è già una splendida vittoria».

Primo capo di stato nero

“Il Moro” racconta la storia di Alessandro de’ Medici, primo duca di Firenze, riconosciuto come figlio illegittimo di Lorenzo II de’ Medici, però molto più probabilmente figlio naturale del cardinale Giulio de’ Medici (futuro papa Clemente VII) e di una serva di origine africana della famiglia Medici, identificata come Simonetta da Collevecchio.

Dunque, «il primo capo di Stato nero nell’Italia moderna – sottolinea la regista, che con Alessandro il Moro condivide le origini africane, da parte di madre –. Una vicenda che è stata mantenuta nell’ombra per secoli. E che ho scoperto per puro caso, quando mi è capito di leggere un articolo che si intitolava “Dieci persone che non sapevi fossero nere”. In un primo momento ho pensato che non fosse possibile, e invece era veramente così».

Da corto a serie?

Da quell’articolo è anche scaturita l’urgenza di raccontare questa storia. «La mia idea originale era quella di trarne una serie – ricorda Di Cinto –. Dopo il lockdown, però, sono tornata a casa dai miei genitori in Romagna. E di fronte alla contingenza ho deciso che volevo raccontare questa storia e che, per ora, ne avrei fatto un corto».

Protagonisti ne sono Alberto Boubakar Malanchino (“Summertime”, “Doc-Nelle tue mani”) e Paolo Sassanelli, vincitore del Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per il film “Song’e Napule” dei Manetti Bros. Guardando al futuro, «sto lavorando alla serie con tutta me stessa. – assicura la regista – Dobbiamo far vedere al mondo la ricchezza della nostra storia e del nostro Paese nella sua interezza. Ieri, oggi e sempre».

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