La Regione: "Senza rimborsi covid dovremo tagliare i servizi"

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O vengono garantiti i rimborsi Covid da parte del Governo, questo o il prossimo, oppure si aprono le porte a «politiche drastiche di riduzione dei servizi e tagli alla sanità». L'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, si impegna ad evitare lo smantellamento della sanità pubblica paventata dalla Uil - vedi articolo sotto - (ma il timore è condiviso anche dagli altri segretari confederali), ma ricorda anche che al momento la coperta è troppo corta. Dopo gli 880 milioni di spese Covid sostenute nel 2020 e 793 milioni nel 2021, quest'anno la pandemia costerà attorno al mezzo miliardo di euro: «Per il terzo anno consecutivo- sottolinea Donini dal palco del congresso Uil a Bologna- abbiamo fatto fronte a più della metà delle spese Covid sostenute. Non possiamo continuare a farlo perchè non abbiamo le risorse». Peraltro sono esplose nel frattempo le spese energetiche, «che oggi incidono più delle spese Covid». La Regione, dunque, non si tira indietro dall'idea di un patto per la sanità pubblica. «Siamo disponibili da subito perchè l'Emilia-Romagna possa fare da apripista ad un patto per la salute della comunità», dice Donini, che è anche coordinatore della commissione salute in Conferenza delle Regioni. Anzi, «non vediamo l'ora, perchè la situazione è talmente dirompente che servono le energie di tutti. Sarebbe impensabile non farlo questo patto, dopo due anni di pandemia». Nel suo intervento al Dumbo, Donini ricorda i numeri di questi due anni: 81.000 persone ricoverate, 300.000 pazienti assistiti a domicilio, 10 milioni di vaccinazioni. A gennaio, inoltre, c'erano 67.000 interventi da recuperare: il lavoro è stato fatto per il 50%. «L'obiettivo che ci ha dato il Governo, il recupero dell'80% entro fine anno, è assolutamente raggiungibile».

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