La Regione anticipa la chiusura della caccia, doppiette ravennati deluse

Ravenna

La Regione chiude la caccia in anticipo rispetto al canonico termine del 31 gennaio e le doppiette protestano. Tutto nasce da un ricorso al Consiglio di Stato delle associazioni animaliste che, richiamandosi ad un parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (l’Ispra), chiedevano lo stop dell’attività venatoria a fine dicembre. L’ente ne sottolineava l’opportunità in particolare per cinque specie (cesena, tordo bottaccio, tordo sassello, alzavola e beccaccia). Richiamando questo parere, gli animalisti si sono rivolti al Tar per contestare il calendario venatorio regionale. Il tribunale bolognese ha però negato la sospensiva della caccia in attesa della discussione nel merito ma il Consiglio di Stato lo scorso 19 dicembre ha dato un parere diverso, ritenendo le ragioni delle associazioni «non manifestamente infondate». A quel punto la Regione – nell’impossibilità di discutere nel merito l’istanza prima della chiusura della caccia e nonostante le sollecitazioni dell’ente pubblico al Tar – ha modificato i termini di chiusura della caccia, anticipandoli. «L’auspicio – scrive l’assessorato all’agricoltura – era che il giudizio in merito potesse tenersi e dare esito prima dell’eventuale chiusura del 31 dicembre», ma «considerando che tale sollecito non è stata accolta, non è stato possibile attendere oltre e pertanto è stato necessario procedere all’adeguamento per non incorrere in una eventuale responsabilità per danno erariale». La Regione resta convinta che il suo calendario venatorio sia «ottimale» ma vuole avere il via libera del Tar, anche rispetto ai prossimi anni. La Regione ha quindi chiuso la caccia alla beccaccia il 31 dicembre, a cesena e tordi il 9 gennaio e fissato per il 19 lo stop ai prelievi degli anatidi. In origine tutte le specie sarebbero state cacciabili fino a fine gennaio, fatta eccezione per beccacce e tordi a cui si poteva sparare fino al 19. Il taglio non è stato preso bene dai tre ambiti di caccia (Atc) ravennati. A Ravenna i cacciatori sono 4.384, un dato in calo da anni, come in tutta Italia, ma che fa comunque della provincia uno dei territori con più appassionati in regione. Il 30 dicembre si è tenuta l’assemblea in cui è emerso un certo malcontento tra i cacciatori, il cui coordinatore a Ravenna è l’ex assessore Libero Asioli. Nella nota inviata a riguardo si fa notare come il parere dell’Ispra non abbia «natura vincolante per la stesura dei calendari» e «in Regioni confinanti la giurisdizione amministrativa non ha accolto ricorsi con il medesimo contenuto». L’atto di adeguamento viene ritenuto dagli appassionati «estremamente penalizzante» e c’è preoccupazione perché «l’ulteriore decurtazione del periodo di caccia di alcune specie crea delusione, incertezza e conseguente demotivazione dei cacciatori a partecipare alla gestione degli ambiti territoriali di caccia». La regione degli Atc non è solo un affare, come si potrebbe pensare, di pochi appassionati. Ai cacciatori viale Aldo Moro ha infatti dato alcuni compiti: «In provincia – ricorda la nota – i cacciatori sono impegnati in maniera costante nel monitoraggio delle specie migratorie, sulla collaborazione con l’Ausl per il monitoraggio di diverse patologie che interessano la fauna, con pericolo di trasmissione all’uomo, nella messa in pratica dei piani di controllo di specie alloctone e negli interventi di rimborsi agli agricoltori per danni subiti alla fauna». L’auspicio quindi è quello di avere «maggiori certezze per il futuro». Al.Monta.

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