La posta del cuore: sono stata 5 anni con un uomo

Editoriali

Sono stata per 5 anni con un uomo (che quando ci siamo messi insieme aveva 41 anni, non un ragazzino) che qualche tempo fa si invaghisce di un’altra. Ho scoperto tutto il repertorio che le donne tradite ben conoscono: tornava a casa sempre più tardi, teneva stretto il cellulare, ma a ogni mia domanda negava. Una si sente rompiscatole, visionaria, esaurita.
Alla fine la tresca viene a galla, durava da più di un anno e come in ogni storiella del genere tutti sapevano. Comunque lui se ne va da lei: io lì per lì sono veramente a pezzi, non sono andata a lavorare per una settimana.
Fatto sta che appena riesco un minimo a riprendermi, dopo tre mesi lui torna: con l’amante era finita (ancor prima di cominciare o quasi), lui dice che ha sbagliato, mi implora, chiede di ricominciare. Io non so se sono ancora innamorata, so che non mi fido più, per cui dico di no. E a quel punto lui inizia a dire in giro che io sono una poco di buono (eufemismo), che avevo delle tresche prima ancora che lui se ne andasse, che adesso è venuta fuori la mia vera natura. Io oltre a soffrire perché ho buttato 5 anni della vita sto soffrendo perché queste dicerie sono profondamente ingiuste.
Mariateresa

Cara amica, la cosa da non fare è pensare (come peraltro abbiamo fatto tutti) di aver buttato gli anni passati insieme. Di certo ci saranno stati anche momenti belli, poi la vita che ha vissuto a prescindere dal suo compagno le avrà dato emozioni, e poi perché noi donne siamo brave a pensare, per motivi socioculturali, di aver sbagliato tuttissimo a ogni piè sospinto. Quel dispiacere lì togliamolo dalla nostra agenda di sofferenze.
Resta il dolore per la fine di un amore e le corna: non c’è molto da fare se non confidare nel tempo, negli amici, nelle minuscole gioie che piano piano diventano meno minuscole (una passeggiata, del buon cibo, una lettura che ci porta con la mente altrove). Sul dispiacere numero 3, invece, la capisco: più che dispiacere, è un tipo di rabbia che fa girare i cosiddetti alla stregua di un minipimer impazzito. Cioè, mi tradisci, mi dici bugie su bugie, te ne vai di casa e alla fine la donna di malaffare sono io? La voglia di andare a rigargli l’auto che ancora non ha finito di pagare è tanta. Però io suggerisco la consueta cura Gianni Morandi: a chi le riporta di queste voci (o a lui stesso se ha il coraggio di dire queste fesserie in faccia a Lei) faccia un gran sorriso, e commenti con un “eh, lo so, ha combinato un casino, non sa più come uscirne, è in difficoltà, a me spiace per lui”.
Gli altri consigli di questa posta sono sempre validi: se lui non si era portato a casa della nuova fiamma (già ex) tutto tutto, fare gioiosi scatoloni per Caritas o mercatini. Col ricavato di quel bel pullover di cachemire venduto su Ebay pagare una pizzata agli amici. Con tanto di brindisi finale.

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