La nuova vita del Delfinario: un centro per le tartarughe

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Da luogo di abuso verso gli animali, a struttura di cura e riappropriazione della libertà. È il cambio di destinazione d’uso che toccherà presto in sorte – probabilmente già dall’estate prossima - al delfinario di Rimini, che, attraverso un bando pubblico, è stato assegnato alla Fondazione Cetacea Onlus e al Club Nautico di Rimini, che ne faranno un centro di recupero per tartarughe marine. «È stato un iter complesso, ma ora ci sembra di vedere finalmente la luce in fondo al tunnel – racconta a Verde il Presidente della Fondazione Cetacea Onlus Sauro Pari -. Prima ci siamo imbattuti nelle problematiche del Covid, poi è stata la volta di quelle legate alla disponibilità degli spazi. Una delle regole previste dal bando per gli assegnatari era che venissero sanati gli abusi edilizi insiti nell’edificio, ma ci siamo resi presto conto che non si potevano eliminare tutti, perché la struttura abusiva era stata inserita con enormi putrelle all’interno di quella portante. Il Comune ha accettato la perizia che hanno preparato i nostri tecnici e ora siamo in attesa di sapere se l’area è finalmente utilizzabile. Se tutto andrà a buon fine come speriamo, in sei mesi di lavoro dal via libera potremo partire con il nostro progetto».

In quello che è ormai a tutti gli effetti l’ex delfinario di Rimini verrà parzialmente trasferito il centro di recupero delle tartarughe marine che la Fondazione Cetacea ha a Riccione e dunque la struttura, pensata per ospitare delfini, dovrà essere completamente riadattata. «Per i delfini occorrono spazi completamente diversi da quelli per la riabilitazione delle tartarughe – spiega Pari –, che necessitano di vasche singole, abbastanza piccole».

Come attualmente presso la sede di Riccione, la struttura di Rimini sarà aperta al pubblico per visite guidate su prenotazione svolte dai biologi della Fondazione Cetacea, attività dall’importante connotazione didattica e di educazione ambientale. «La sinergia con il Club Nautico, co-vincitore del bando, - sottolinea il Presidente della Fondazione Cetacea Onlus – consente un programma di ‘educazione al mare’ per i giovani più a tutto tondo, grazie ai loro corsi di vela e alle attività in mare proposte dal Club Nautico stesso».

Le tartarughe rimesse in forze – attualmente in cura a Riccione ce ne sono quattordici – vengono gradualmente riabituate al mare e alla libertà in un’area nei pressi di Pesaro, 180 metri di perimetro in mare a Baia Flaminia, all’inizio della Riserva naturale di San Bartolo. «Quest’anno ci siamo imbattuti in una sindrome strana, ostica da debellare, ma normalmente la percentuale di completo recupero delle tartarughe che assistiamo è alta, si attesta a oltre il 70%», illustra Pari. Una volta pronte per il mare aperto, le tartarughe vengono liberate al largo di Numana, alla Spiaggia delle Due Sorelle, con una suggestiva escursione verso la libertà, alla quale è possibile prendere parte. «In questo posto incantevole, salutiamo le nostre ospiti – conclude Pari – che possono finalmente riprendere il loro viaggio».

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