"La nostra forza e la nostra ricchezza sono affiliati e partner"

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Nessuno un anno e mezzo fa avrebbe mai pensato di ritrovarsi in mezzo a un ciclone come il Coronavirus. Una pandemia planetaria che purtroppo continua quotidianamente a seminare lutti a ogni latitudine e longitudine, oltre che mettere in ginocchio l’economia di gran parte del Pianeta. Un contesto senza eguali almeno dal Dopoguerra a oggi, complicatissimo da fronteggiare per chi amministra la cosa pubblica e alla stessa stregua per chi ha responsabilità di prospettiva nelle attività imprenditoriali. Piccole o grandi che siano. Figurarsi in un colosso come il Gruppo Teddy, dove alla crisi si è reagito e si sta reagendo con investimenti e progetti mirati per il futuro che parlano di qualcosa come 150 nuovi punti vendita in 13 Paesi in epoca di Covid. Chi meglio quindi del Direttore Sviluppo Pierluigi Marinelli per entrarne nel merito e anticiparne caratteristiche e direttrici?

Marinelli, in questo processo di sviluppo già iniziato nel 2020, dove sono nati i 57 nuovi negozi aperti lo scorso anno e dove sono previsti gli sviluppi in Italia nel 2021?

«Nel 2020, in particolare da maggio, abbiamo inaugurato nuovi punti vendita sia in Italia (tra le città principali cito Bari, Cremona, Ravenna e Roma) che all’estero: dall’Arabia alla Russia, fino alle Filippine.
Per quanto riguarda i principali sviluppi nel nostro Paese in termini di nuove aperture nel corso del 2021, questi abbracceranno gran parte della Penisola: ce ne saranno nel Centro-Sud a Pistoia, Ravenna, Roma (periferia), ma anche a Palermo e Taranto. I periodi più intensi di nuove aperture saranno maggio-luglio e settembre-novembre».

E come avete affrontato e state affrontando la pandemia? Riorganizzazione interna, difficoltà con l’estero, nuovi modelli di lavoro...

«Abbiamo fatto e stiamo facendo tutto quello che si può per proteggere il Gruppo, i suoi collaboratori e gli imprenditori che lavorano con noi, con l’obiettivo di attenuare gli effetti negativi del Covid sulle performance attuali e su quelle prospettiche. Soprattutto, abbiamo lavorato tanto per farci trovare pronti per la ripartenza: l’investimento sul nuovo centro di distribuzione è un esempio di quanto stiamo portando avanti. Abbiamo inoltre dedicato e stiamo ancora dedicando particolare cura a ogni tipo di relazione: da quella con i nostri collaboratori ai franchisee, fino a tutti i partner che collaborano con noi. Le dimensioni di Teddy, la sua storia, i suoi valori ci impongono una responsabilità anche in questo senso».

Proprio pensando al Coronavirus, come state organizzando le aperture nel Paesi esteri in cui sono previste a seconda delle varie situazioni epidemiologiche?

«Una delle grandi ricchezze della Teddy è rappresentata dal fare business per la maggior parte in franchising in conto vendita, quindi con partner locali. La conoscenza del contesto territoriale da parte degli affiliati nei diversi Paesi del mondo ha consentito di essere flessibili e di poter fare le scelte migliori a seconda della situazione».

In un panorama di grosse sofferenza del settore, Teddy va un po’ in controtendenza: quale è il segreto per reagire al Coronavirus?

«Ritorno sul tema della relazione: una delle chiavi, direi quella principale, è aver creato relazioni molto solide sia con i nostri stakeholder - affiliati, locatori e partner - sia con i nostri clienti. Insieme si possono fare molte cose e si può resistere nei momenti di difficoltà, per poi riprendere il cammino. Abbiamo inoltre sicuramente beneficiato della nostra cultura aziendale che guarda sempre al futuro e pianifica gli investimenti a lungo termine. Mai come adesso c’è bisogno di una prospettiva di questo genere».

Quanto ha inciso la pandemia e come ha cambiato il Gruppo in termini di dipendenti, punti vendita e fatturato?

«Nonostante il Coronavirus, Teddy è una società solida. Il fatturato 2020 è inferiore di circa il 20% rispetto a quello dell’esercizio precedente, ma possiamo dire che i conti sono in equilibrio. I negozi dei nostri marchi Terranova, Rinascimento, Calliope sono quasi 700 in circa 40 Paesi in tutto il mondo e i nostri collaboratori superano le 3.000 unità. Numeri con cui guardiamo con fiducia al futuro».

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