La mostra: a Forlì Giordano Severi tra Montefeltro e Romagna

Cultura

Nella sala numero 6 al primo piano di Palazzo Romagnoli a Forlì, dove ruotano periodicamente opere del Novecento romagnolo, è esposta fino all’1 settembre la prima tranche della serie di quadri dedicati alle rocche e ai castelli di Romagna dipinti da Giordano Severi (Cesena 1891-Recife 1957).
La mostra, curata da Flora Fiorini e Orlando Piraccini, con la collaborazione di Anna Provenzano e Sergio Spada, è promossa dal Servizio Cultura e Turismo del Comune di Forlì.

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A Cesena dopo la guerra
Severi, iscritto all’Accademia di belle arti di Firenze sotto la guida di Edgardo Saporetti, poi a Bologna con Domenico Ferri, frequenta l’Accademia di Urbino e la scuola di nudo dell’Accademia di Roma, dove entra in contatto con Aristide Sartorio. Dopo aver combattuto al fronte durante la Prima guerra mondiale, una volta congedato, rientra a Cesena dedicandosi definitivamente alla pittura.
Espone per la prima volta nel 1919 alla Mostra d’arte Cesenate, rivelandosi abile ritrattista. La personale di esordio avviene durante la seconda Mostra regionale d’arte al ridotto del teatro Comunale di Cesena, alla quale fa seguito quella del 1925 al Caffè Gran Italia dove presenta principalmente paesaggi e scorci cittadini. Negli anni successivi partecipa a numerose mostre regionali ottenendo premi e riconoscimenti. Dal 1928 al 1930 dipinge la serie di 60 tavole raffiguranti le rocche e i castelli di Romagna che presenta al Museo del genio militare di Roma nel 1930.
Al Museo Etnografico di Forlì
Dopo la mostra capitolina, la raccolta viene esposta lo stesso anno nella Sala dei Martiri del Palazzo del Littorio a Forlì, prima di essere acquisita dal Comune e collocata nel Museo Etnografico Romagnolo “Benedetto Pergoli” della città.
La mostra in corso a Palazzo Romagnoli comprende i quadri che fanno riferimento alle vestigia fortificate delle terre di confine tra Romagna e Montefeltro: Gradara, Maciano, Maiolo, Montebello, Montefiore, Montegridolfo, Montescudo, Petrella Guidi, Pradiffi, Rimini, Saludecio, San Giovanni in Galilea, San Leo, San Marino, San Savino, Sant’Agata Feltria, Santarcangelo di Romagna, Torriana e Verucchio.
Dal 4 settembre al 27 ottobre prossimi sarà la volta dell’area cesenate, dai colli al mare e, in chiusura, dal 30 ottobre al 5 dicembre, l’ampia zona che va da Forlì a Imola, dall’Appennino alla “bassa” ravennate.
Nel 1948 Severi espone ancora a Cesena e nel 1950 a Cesenatico, prima di trasferirsi nel 1951 a Recife in Brasile dove risiedono i figli e dove, per cinque anni, insegna alla Scuola di belle arti dell’Università Federale.
A Recife in Brasile
Nella capitale del Pernambuco allestisce numerose personali di grande successo, distinguendosi per le sue ottime capacità ritrattistiche. Ancora una volta Forlì offre spazio e visibilità a valenti pittori romagnoli spesso trascurati. Questa mostra, la prima della trilogia a lui dedicata, riscopre Giordano Severi, un pittore che Orlando Piraccini definisce «sostanzialmente ancorato alla tradizione ottocentesca sia come paesaggista che come ritrattista», aggiungendo che «nelle sue vedute… prevalgono il pittoresco e lo spunto celebrativo della natura incontaminata e delle reliquie monumentali in una visione nostalgica di un’antichità gloriosa…».

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