La missione umanitaria partita da Cesena è bloccata in Ucraina VIDEO

Cesena

Il bus partito dal cesenate per la missione umanitaria al seguito di Mediterranea è bloccato al confine tra Ucraina e Polonia. Motivo: un attivista dal doppio passaporto, italo ucraino. Che in ingresso in Ucraina non ha avuto “alcun problema di dogana”. Ma quando si è trattato di uscire è stato fermato e rischia addirittura la corte marziale.
Era a bordo del bus con gli attivisti cesenati, che ora stanno lavorando alacremente non più per tutti i profughi in arrivo in Italia, ma soltanto per lui.
Quando la missione sembrava quasi finita la situazione è precipitata nel corso della giornata di ieri.
Il convoglio di Mediterranea, al rientro dopo aver lasciato cibo e aiuti ed aver manifestato in piazza per la pace, con a bordo profughi imbarcati a Leopoli aveva superato tutti i check point ed i controlli. Tranne l’ultimo.
Al varco di Korczowa tra Ucraina e Polonia, sono stati ricontrollati per l’ennesima volta i documenti di tutti. Ed alla polizia di frontiera “non sono piaciute” le carte che accompagnavano Volodymyr: un volontario di Mediterranea che, a dispetto del nome dalle chiare origini est europee, vive in Veneto da una trentina d’anni dove ha moglie, due figli ed un lavoro.
Aveva anticipato l’arrivo a Leopoli di Mediterranea per un evento luttuoso. Era rientrato in Ucraina per la morte del padre. Dopo il funerale stava tornando in Veneto, aiutando altri a scappare dalle bombe. Sui mini van di Mediterranea sono stati caricati ieri mattina 24 rifugiati, tra cui anziani e minori non accompagnati.
Si tratta d persone provenienti da diverse città sotto assedio, tra cui Mariupol e Donetsk, e sono diretti a Milano, Napoli, in Veneto e in Romagna.
Il bus romagnolo sul quale viaggiava anche Volodymyr è quello per cui si è bloccata la carovana. Per le leggi ucraine il doppio passaporto non esiste. Volodymyr non viene riconosciuto come cittadino anche italiano. E come adulto ucraino… «Deve restare qui», dove, per le leggi ucraine, in un momento come questo di conflitto, rischia addirittura l’arresto e la corte marziale perché non si sta prestando alla difesa armata della nazione.
Inutili le proteste della missione umanitaria. Nel giro di poche ore sul caso si è fiondata la Farnesina che immediatamente ha iniziato a seguire la vicenda insieme all’ambasciatore italiano a Leopoli. «Per ora nessuna soluzione in vista per il caso del nostro volontario bloccato dalle Guardie di Frontiera al valico di Korczowa - racconta Elena Fusar Poli, di Mediterranea Saving Humans - Dopo il funerale del padre si era fermato ad assistere donne e bambini profughi e stava rientrando in Italia proprio accompagnando il convoglio della nostra 2ª missione Safe Passage. Dopo sette ore di blocco per tutti siamo riusciti - continua la capo missione di Mediterranea - a far entrare in Polonia tutti i profughi, donne e minori, che viaggiavano con noi. Un gruppo di nostri attivisti resta invece in Ucraina a fianco del volontario, finché la situazione non si sarà risolta. Possiamo contare sulla piena collaborazione dell’ambasciata Italiana a Leopoli, ma a questo punto serve un deciso intervento del Governo a protezione di un suo cittadino, impegnato in attività umanitaria».
La speranza è quella di poter rientrare nella giornata di oggi. Dopo che l’ambasciata a Leopoli abbia interceduto a dovere per liberare da obblighi “di leva” l’italo ucraino.

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