Rimini: "La mia agenzia bersaglio di un hacker ma non pago il riscatto"
«Il suo database è in mio possesso, se vuole riavere accesso ai dati personali dei clienti, alle fatture e alla documentazione dovrà pagare un riscatto. Non faccia giochetti o tutto finirà in mano alla concorrenza: faccio l’hacker da 25 anni». È il messaggio arrivato nelle scorse settimane alla titolare di un’agenzia di pratiche auto della provincia di Rimini. Un attimo prima si era ritrovata nell’impossibilità di far funzionare il computer dell’ufficio. «Un disastro, una cosa da non credere: l’intero contenuto era stato criptato. Eravamo tornati dalla pausa pranzo e all’improvviso non si potevo più accedere a niente». La donna, che preferisce rimanere anonima «perché si rischia di passare da fessi, quando invece si dovrebbe sapere che siamo tutti a rischio», era sgomenta davanti allo schermo. «Mi sentivo persa, so che qualcuno paga, anche perché c’è poco tempo per farlo e poi addio, ma alla fine mi sono rivolta a un amico poliziotto e da quel momento ho seguito i consigli degli investigatori della polizia postale di Rimini: mi hanno dato delle dritte che evidentemente, hanno funzionato: li ringrazio». Il lavoro svolto a Rimini ha consentito ai colleghi della polizia postale di Imperia di risalire risaliti “covo” del pirata, un informatico italo-francese che vive in Liguria a due passi dal confine. Si indaga su di lui: avrebbe preso di mira altre attività (titolare dell’indagine è il pm Rossi della Dda di Bologna, competente per i reati informatici). L’hacker si era introdotto nel sistema dell’agenzia abusivamente.