La magia del primo "Giro d'Italia in Automobile" del 1901 per le strade della Romagna

Cesena

Centoventi anni fa (1901) passava in Romagna il primo Giro d'Italia in Automobile, con otto anni di anticipo rispetto al primo Giro d’Italia in bicicletta (1909), ideato dal forlivese Tullo Morgagni e organizzato da “La Gazzetta dello Sport” che lo aveva soffiato al “Corriere della Sera”. Lo stesso "Corriere" aveva già patrocinato quel primo Giro automobilistico che, nelle giornate del 6 e 7 maggio 1901, fece tappa in Romagna, transitando sulla polverosa via Emilia in direzione sud-nord.


Tra sport e industria

Nel 1901 l’automobilismo italiano è ancora agli albori, con appena 937 veicoli in circolazione. Più che una competizione agonistica il Giro vuole essere una dimostrazione “pratica” e “promozionale” dell’automobile, come emerge anche da un trafiletto apparso il 5 maggio 1901 su “Il Cittadino”, settimanale liberale cesenate, in vista del passaggio in città: «Una numerosa comitiva di automobilisti sta compiendo l’esperimento di un giro d’Italia con quel mezzo di locomozione».

La manifestazione va oltre la semplice competizione sportiva, come testimoniano le presenze tra gli “chauffeur” partecipanti di Giovanni Agnelli, uno dei fondatori della Fiat, e Vincenzo Lancia, della futura omonima casa automobilistica. «Da gran tempo l’automobilismo, pur segnando una continua conquista nella simpatia del pubblico e nelle migliorie, come industria, attendeva una prova grandiosa che dimostrasse agli increduli ed ai tentennanti come in questo principio di secolo esso non possa più venir giudicato leggermente, come solo passatempo, ma assurga ad un’idealità superiore, la quale trova la sua esplicazione nel campo della praticità. Che questa non sia un’utopia lo diranno i partecipanti numerosi pel giro d’Italia, la loro marcia veloce e trionfale per le terre delle principali regioni della penisola e la completa riuscita della splendida idea». Così si legge il 26 aprile 1901 su “La Gazzetta dello Sport” alla vigilia della partenza fissata il giorno seguente da Torino. Le tappe previste sono Genova, La Spezia, Firenze, Siena, Civitavecchia, Roma, Terni, Perugia, Rimini, Bologna, Padova, Venezia, Padova, Brescia, Milano.


Tappa a Rimini

Il decimo giorno di corsa (6 maggio 1901) è in programma la tappa Perugia-Rimini di 170 chilometri. Le automobili transitano sotto l’Arco d’Augusto verso le ore 15 e vengono parcheggiate al garage improvvisato presso le scuole comunali, mentre la comitiva partecipa in serata al banchetto offerto dal Municipio di Rimini. Si riparte l’indomani (7 maggio) di prima mattina (ore 7) per altri 112 chilometri verso Bologna. Il tempo è nuvoloso e non promette bene. Al passaggio a Savignano la gente ai bordi della strada lancia agli automobilisti volantini augurando loro buon viaggio.


Vino per tutti

Anche Cesena si è preparata ad accoglierli. «La città – annota ancora “Il Cittadino” - presentava l’aspetto dei giorni festivi, o di quelli di grosso mercato, tanto era l’affollamento della popolazione, anche campagnola». Altrettanto “Il Savio”, il settimanale cattolico cesenate, non manca di raccontare l’evento: «Dappertutto una folle enorme di popolo; piene le finestre dalle quali sventolano le bandiere».

Inoltre, per iniziativa dei soci del Touring Club Italiano, è stata organizzata una sottoscrizione pubblica allo scopo di allestire un ricevimento in Comune. Le prime vetture arrivano a Cesena poco prima delle ore 8 in piazza Vittorio Emanuele (l’attuale piazza del Popolo), dove passava la vecchia Via Emilia, e sono salutate dalla banda musicale cittadina. La prima a transitare è la vettura n° 8 guidata da Gino De Martino, segue la n° 12 del Conte Brunetta d’Usseaux. Gli equipaggi sono ricevuti dai soci del TCI e dalle autorità locali che offrono loro fiori e qualche bicchierino di buon vermouth: «Tutti erano lieti e ilari e per nulla sofferenti del viaggio per quanto compiuto in pessime condizioni. Gli automobilisti partirono dopo breve sosta salutati festosamente».Non tutti però si erano fermati, alcuni avevano tirato dritto per guadagnare tempo. Soprattutto i ritardatari, visto che gli ultimi dei 24 concorrenti rimasti in gara erano passati da Cesena solo verso le 11, tre ore dopo i primi. Un passaggio dunque scaglionato che, come ricorda il cronista, aveva in parte deluso i cesenati i quali si aspettavano di vederli sfilare in corteo.


Incidente a Faenza

Anche Forlì li riceve tra bandiere tricolori e musiche e offre loro un rinfresco nelle sale del Municipio. Pochi chilometri e la carovana è di nuova ferma. Verso mezzogiorno è a Faenza, dove all’Albergo Vittoria è stato costruito uno speciale padiglione per il pranzo. Dopo avere mangiato il gruppo è condotto in visita ad una fabbrica di ceramica. Il tempo di lasciare la città manfreda ed inizia a piovere a dirotto, creando non pochi problemi alle automobili su strade che a quei tempi non erano asfaltate.

La Fiat 8 HP (a due cilindri), su cui viaggiano il cavalier Agnelli e l’avvocato Gatti-Goria, perde il controllo e finisce nel fosso, i due occupanti escono fortunatamente illesi. Intanto all’arrivo a Bologna alle ore 16, a conclusione della tappa quotidiana, ha smesso di piovere. Un nuovo banchetto è allestito nella città delle Due Torri, poi la giornata volge al termine al teatro comunale dove va in scena l'opera.


"Il primo automobile" a Cesena

Il 1° Giro d’Italia in automobile arriverà a destinazione quattro giorni dopo a Milano e primo classificato risulterà l’equipaggio composto dal Conte Biscaretti di Ruffia con il figlio Felice Nazzaro ed Edgardo Longoni, inviato de “La Stampa” su Fiat 12 HP 8 (a quattro cilindri per complessivi 3.770 cc). Se il Giro voleva essere una “grande dimostrazione pratica dell’automobilismo” possiamo concludere che c’è riuscito, visto che la settimana seguente “Il Cittadino” riferisce: «In questi giorni ha attratto la pubblica curiosità il primo automobile (al maschile, ndr) di proprietà di un cesenate, apparso nel nostro paese. Appartiene al Sig. Alessandro Bagioli (pittore e scenografo, ndr), è di forma elegante e funziona ottimamente».


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