La grande mostra compie 18 anni: "Forlì sempre più città d'arte" VIDEO

La grande mostra compie 18 anni e per l'esposizione di quest'anno sono protagonisti cento artisti e 50 stilisti e couturier: L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni1789 – 1968, è il titolo dell'evento ideato e realizzato da Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, negli spazi del Museo Civico San Domenico, presentata oggi e che apre al pubblico domani. "Qualcuno l'ha già definita un kolossal - ha detto Maurizio Gardini, presidente della Fondazione - speriamo che sia sintomo del fatto che venga apprezzata da un numero importante di visitatori. Torniamo, dopo la pandemia, con la consapevolezza di quanto sia importante continuare a sostenere e fare diventare Forlì città d'arte".

Il sindaco Gian Luca Zattini ha sottolineato che "18 anni e 18 capolavori, ogni anno continuiamo a stupirci. Dal rapporto con la Fondazione sono nate e nasceranno tante idee che cambierannoForlì che deve essere città d'arte a 360 gradi".

Diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, l’esposizione è dedicata all’affascinante rapporto fra arte e moda. Il periodo preso in considerazione attraversa tre secoli: dall’Ancien Régime al secondo Novecento. Un racconto unico. Un percorso espositivo di confronti che comprende oltre 300 opere, tra quadri, sculture, accessori, abiti d’epoca e contemporanei. L’esposizione forlivese, la prima del suo genere, somiglia a un vero e proprio kolossal.

Le opere, che a partire dal Settecento attraversano la Rivoluzione francese, il Romanticismo, la Macchia, l’Impressionismo, il Simbolismo e tutte le Avanguardie novecentesche fino a oggi, identificano un rapporto tra arte e moda dove l’arte rispecchia, crea e si fa moda e la moda appartiene definitivamente alle arti.

La moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti. L’abito che modella, nasconde, dissimula e promette il corpo. L’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Come cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. La moda come opera e comportamento. L’arte come racconto e come sentimento del tempo.

Tra le opere esposte Ritratto dell’avvocato Carlo Manna (1907) di Umberto Boccioni, Ritratto di Emiliana Concha de Ossa (1888) di Giovanni Boldini, Grande composizione A con nero, rosso, grigio giallo e blu (1919) di Piet Mondrian, Donna e anemoni (1920-1921) di Henry Matisse a cui fanno da contrappunto due completi ricamati di Giorgio Armani, il Panciotto di Marinetti (1923 – 1924) di Fortunato Depero, la Camicia Orlando (A/I 2001-02) di Gianfranco Ferré, il Delphos in seta con sopravveste in velluto (1920 circa) di Mariano Fortuny in dialogo con una Kore di tipo Eleusi della fine del II secolo, l’Abito da giorno “Linea Assira” (1961) di Germana Marucelli e un abito da sera inedito di Elsa Schiaparelli.

Prestigiosi anche i prestiti degli abiti e degli accessori provenienti da fondamentali case di moda come Giorgio Armani, Curiel, Prada, Christian Dior Couture, Archivio Storico Gucci, Maison Valentino, Lanvin, Max Mara; e da importanti istituzioni come Palazzo Morando | Costume Moda Immagine di Milano, Archivio Renato Balestra, il Museo Stibbert di Firenze, Centro di ricerca Gianfranco Ferré, il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti di Firenze, Archivio Storico Galitzine, il Museo Ferragamo di Firenze, il Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, il Museo del Costume - Castello di Donnafugata di Ragusa, il Museo dell’Aeronautica Caproni di Trento, il Museo Mariano Fortuny y Madrazoe il Museo Correr di Venezia, la Fondazione Archivio Capogrossi di Roma, l’Archivio Germana Marucelli di Milano, gli Archivi Mazzini di Massa Lombarda, Fortuny di Venezia, la Collezione Tirelli Trappetti di Roma e la Collezione Massimo Cantini Parrini. Importanti anche i prestiti da collezioni private fra cui quella di Alberto Tagliabue e Giovanna Frossi.

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