La gita in barca di Mussolini, ospite di riguardo di Riccione

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L’avvenimento più eclatante della stagione estiva del 1926, che imprimerà una svolta decisamente fortunata all’industria turistica di Riccione, è la presenza tra i villeggianti di agosto della famiglia del capo del governo italiano, ospite del conte Terzi, un affezionato bagnante proprietario di una villetta nei pressi della chiesa Mater Admirabilis. Il sindaco Lombardini, avvertito dell’arrivo dei Mussolini, divulga la notizia alla cittadinanza con un manifesto: «Cittadini, ho l’alto onore di annunciare che S. E. Benito Mussolini ha scelto la nostra Riccione per soggiorno estivo della Sua Famiglia alla quale porgo il benvenuto e l’omaggio della Rappresentanza comunale, della Cittadinanza e dei Villeggianti. La ambita preferenza, mentre accende il nostro spirito del più vivo entusiasmo, impone a tutti una grande austerità e disciplina. Il soggiorno della famiglia del Capo del Governo e Duce del Fascismo non deve essere turbato da qualsiasi manifestazione, poiché un’atmosfera di tranquillità renderà quanto mai gradito a S. E. il soggiorno nella quiete serena della Sua famiglia. Conteniamo nell’animo nostro ogni impulso per quanto nobile e sentito. Omaggio e devozione all’Uomo che il destino provvidenziale ha espresso attraverso la stirpe del popolo Italiano per riaffermare la virtù del suo genio, la sua gloria e la sua potenza. Dalla Residenza Municipale 4 agosto 1926».

Attenersi alle disposizioni indicate nel manifesto non è facile, soprattutto a partire dalla sera del 14 agosto quando il Duce raggiunge la famiglia e per una settimana tenta, invano, di fare il “bagnante”. La folla, infatti, non solo lo attende con impazienza e lo applaude ogniqualvolta appare sulla spiaggia, ma lo avvicina, lo circonda e lo segue anche in ogni suo spostamento. Per avere un’idea del clamore che si crea attorno al Capo del governo andiamo a riprendere un “passaggio” della sua mattinata di ferragosto che riguarda i 12 chilometri di gita in barca compiuti con il bagnino Biagio Leurini raccontati da Valfredo Montanari sul Corriere di Riccione il 20 settembre 1926. «La partenza del Presidente – scrive l’applicato di stato civile del Comune – è naturalmente notata da moltissimi bagnanti: si inizia, all’improvviso, una gara vivace; e tutti i “mosconi” sono noleggiati e tutte le barche ancora presso la riva partono. Ognuno intende raggiungere il Duce e solca con fervore l’onda glauca del mare. La paranza del Presidente segue la sua rotta; e la brama di essergli accanto è intensa, e pare che ogni vela abbia l’ansito fremente delle innumere genti in navigazione... Lo spettacolo è pittoresco, nello scintillio del mare. E Sua Eccellenza Benito Mussolini ha più volte sorriso; anzi un momento rivolge al fedele “bagnino”, anch’esso meravigliato e quasi incantato, uno dei suoi rari e migliori sorrisi. Così il “bagnino” ha conferma benevola dell’ammirazione dimostratagli altresì da Donna Rachele e dai figli. Finalmente il Duce è prossimo all’approdo. E chi può, in questo momento, trattenere l’urlo supremo di giubilo? Chi può vietare alla folla di esprimere al Presidente la sua devozione? La manifestazione spontanea procura gioia e contento al Duce, e quando Egli tocca la riva molte signore e signorine gli si appressano intorno e le ultime vele ritornanti ondeggiano siccome in segno di festa».

Tutto questo sulla spiaggia, ma poi ci sono anche gli incontri di rappresentanza che richiamano la curiosità dei vacanzieri. La sera del 18 agosto, per esempio, Mussolini riceve a Villa Terzi le autorità riccionesi. Compongono la delegazione il segretario politico Sanzio Serafini, il segretario amministrativo Cassio Crescentini, il sindaco Silvio Lombardini e gli assessori Pietro Sitta, Michele Basigli, Pietro Tontini, Francesco Sirocchi e Dario Papini. Non ci è dato di sapere gli argomenti del colloquio, ma sembra che il Duce abbia magnificato la spiaggia della Perla verde dell’Adriatico prevedendone un futuro turistico di grande espansione.

Essendosi impegnata a moderare gli entusiasmi della gente nei confronti della famiglia Mussolini, l’amministrazione comunale di Riccione fa passare sotto silenzio il compleanno di Edda. Per evitare inopportuni frastuoni il primo settembre, in occasione dei 16 anni della primogenita del Duce, Silvio Lombardini, a nome della civica rappresentanza, e Sanzio Serafini, per i fascisti, si limitano ad inviarle un doveroso quanto “discreto” mazzo di fiori «accompagnandoli con i più fervidi auguri» (Il Popolo di Romagna, 5 settembre 1926).

Dopo questo primo soggiorno balneare, i Mussolini ritorneranno periodicamente a Riccione trattenendosi di volta in volta a villa Terzi, all’Hotel Lido, all’Hotel Milano e infine nella casetta di Giulia Galli Bernabè (già Villa Monti) per alcuni anni pensione “La Margherita”. Quest’ultima dimora, adiacente al lungomare e nei pressi dei giardini pubblici, verrà comprata da donna Rachele con atto notarile stilato il 2 luglio 1934. E da questa “residenza” i Mussolini continueranno a trascorrere la “villeggiatura” fino all’estate del 1943.

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