La frenata del treno che produce energia: un progetto pilota alla stazione di Forlì

Forlì

Il treno frena e l’energia recuperata accende le luci di un intero quartiere. Paradossi dell’economia circolare che, con la complicità di un investimento tecnologico, consentono oggi di fare il salto da un uso lineare delle risorse, in questo caso del consumo di energia elettrica, ad un uso circolare in cui tutto si riusa e nulla si spreca. È il nuovo progetto che il Gruppo FS Italiane, tramite la controllata RFI, sta mettendo a punto nella stazione di Forlì sulla linea Bologna Rimini, un prototipo che sarà inaugurato entro l’estate, tipico esempio virtuoso di un modello economico che prevede un uso circolare delle fonti di energia, in questo caso attraverso il recupero di energia elettrica che alimenta le linee ferroviarie: l’energia della frenata dei treni viene reimmessa in rete.

Il completo recupero dell’energia prodotta dalla frenatura dei treni – già realtà sulle linee Alta Velocità - potrebbe presto avere nuovi sviluppi anche sulle linee tradizionali a prevalente traffico regionale, rendendo il viaggio in treno ancora più sostenibile. Per mettere a punto il nuovo progetto - il primo in Europa con tensione controllata di queste dimensioni - Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) ha scelto la stazione di Forlì, dove i tecnici stanno mettendo a punto un prototipo con l’obiettivo di iniziare i test entro l’estate.

Come funziona

Sulle linee elettrificate i treni utilizzano l’energia elettrica fornita attraverso la linea di contatto , che corre sopra i binari. Quando il treno frena, il motore elettrico diventa generatore e produce energia, che viene nuovamente immessa sulla linea di contatto. Sulla rete ferroviaria tradizionale questa energia, se non utilizzata subito da un altro treno in viaggio sulla medesima tratta, si trasforma in calore sui reostati di bordo e si disperde. Il prototipo che RFI sta realizzando consentirà di far convergere l’energia non utilizzata nella più vicina sottostazione elettrica, il luogo dove l’energia destinata ai treni viene accumulata e resa disponibile per l’utilizzo. Un sistema di accumulo che si stima possa far risparmiare ad ogni sottostazione 100MWh l’anno, con una conseguente riduzione dei consumi del 10-15%.

I vantaggi

Si tratta di un risparmio energetico prezioso, ma che in futuro potrebbe essere ancora maggiore grazie a un impiego diffuso. Attrezzando ad esempio la linea Bologna-Rimini con 10 impianti sui 110 chilometri di lunghezza, si accumulerebbe in un anno una quantità di energia pari a quella necessaria per illuminare per lo stesso periodo interi quartieri urbani o più di 10 km di strade pubbliche. L’installazione completa del primo prototipo permetterà di sperimentare e mettere a punto le specifiche tecniche ed estendere la soluzione anche ad altre linee.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui