La chirurgia bariatrica, una cura per l’obesità

«Una volta, una paziente mi ha scritto che festeggia il compleanno due volte: il giorno in cui è nata e quello in cui è rinata, quando si è sottoposta all’intervento di chirurgia bariatrica» racconta il professor Paolo Gentileschi, direttore del Dipartimento di Chirurgia Bariatrica e Metabolica al Maria Cecilia Hospital di Cotignola.

La chirurgia bariatrica rappresenta la cura per l’obesità e per le malattie metaboliche associate: «In termini medici, per obesità si intende un eccesso di tessuto adiposo – continua l’esperto – e viene stabilito mediante l’Indice di Massa Corporea (IMC), meglio conosciuto con l’acronimo inglese BMI (Body Mass Index), che si ottiene dividendo il peso in chilogrammi per l’altezza in metri al quadrato. Si tratta di un indice internazionale molto affidabile, che attesta un livello di obesità di primo grado quando il valore è tra 30 e 35; mentre si parla di obesità grave quando l’indice è superiore a 35. Da questa classificazione sono escluse alcune categorie di persone, come i culturisti, che hanno un BMI molto alto, per la presenza di una massa muscolare molto sviluppata».

La chirurgia bariatrica rappresenta un trattamento di terzo livello: «Se pensiamo che in Italia la percentuale di persone gravemente obese è intorno al 10% (30% sono quelle invece con un’obesità di primo grado) e che gli interventi di chirurgia bariatrica annualmente sono invece circa 20-25mila, sono pochissimi i pazienti che si sottopongono all’intervento chirurgico. Prima di arrivare all’operazione, i pazienti obesi vengono sottoposti a trattamenti conservativi, non chirurgici: per prima cosa si tenta di intervenire sullo stile di vita, andando a modificare la dieta e aumentando l’attività fisica.

Generalmente questo percorso è affidato al MMG che fa uno studio clinico del paziente sottoponendolo a visita medica e a vari esami di laboratorio e specialistici. Come secondo step, si ricorre all’introduzione di alcuni farmaci, prescritti da un medico specialista (internista, endocrinologo, nutrizionista). Attualmente ne esistono di abbastanza efficaci nella riduzione del peso corporeo, almeno in uno stadio iniziale dell’obesità. Infine, si passa agli interventi invasivi di tipo chirurgico, che permettono risultati di gran lunga più consistenti».

Gli interventi di chirurgia bariatrica sono quasi tutti effettuati in laparoscopia: «Si tratta di una tecnica mini invasiva che consiste nel creare dei punti di accesso all’interno dell’addome attraverso delle incisioni di pochi millimetri, nelle quali vengono introdotte delle sonde chirurgiche e una microcamera. In questo modo, il chirurgo è in grado di operare guardando le immagini ingrandite sullo schermo».

Esistono varie metodiche: «La Sleeve Gastrectomyo gastrectomia a manica è una tecnica di resezione verticale dello stomaco, irreversibile, che riduce le dimensioni dell’organo, inducendo il paziente a sentirsi sazio pur con quantità di cibo ridotte».

Un’altra tecnica particolarmente utilizzata è il Mini Bypass Gastrico: «Consiste nel creare un tratto di unione tra lo stomaco e una porzione distale di intestino. In questo modo il paziente non riesce più a assorbire tutti gli alimenti che introduce (malassorbimento), andando incontro al dimagrimento».

A Maria Cecilia Hospital è possibile anche sottoporsi alla chirurgia bariatrica endoscopica: «Si tratta di una procedura non chirurgica, eseguita con il gastroscopio, cioè mediante un’endoscopia operativa. Quindi, non si effettuano tagli e le procedure vengono portate a termine per via transorale (attraverso la bocca). Questo tipo di intervento è riservato solo ai Centri di eccellenza. Noi lo effettuiamo in minima percentuale, solo in quei pazienti per cui l’intervento chirurgico è controindicato. Tendenzialmente si preferisce la chirurgia laparoscopica, perché è molto più efficace».

Vari gli obiettivi dell’intervento bariatrico: «Il primo obiettivo è il dimagramento del paziente, ma attraverso questo vogliamo curare anche le malattie metaboliche associate: una persona gravemente obesa è spesso ipertesa, affetta da diabete, presenta apnee del sonno e/o patologie articolari, e via dicendo. Ci sono vari studi clinici che dimostrano che il tasso di mortalità si abbassa fino a 4 volte nei pazienti obesi che si sono sottoposti all’intervento».

L’approccio è multidisciplinare e condotto da un team di specialisti: «Il cardiologo, lo pneumologo, lo psichiatra sono solo alcuni degli specialisti che si occupano dell’iter personalizzato di ogni paziente. Maria Cecilia Hospital, riconosciuto come Centro di Eccellenza S.I.C.O.B. (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche), è un ospedale privato accreditato di alta specializzazione, estremamente moderno, che dispone di attrezzature innovative e di unità operative all’avanguardia per trattare queste e altri tipi di patologie. Nello specifico, sono circa 30 gli interventi bariatrici che effettuiamo ogni settimana».

La chirurgia raggiunge il suo obiettivo anche quando il paziente fatica a rimanere aderente alle indicazioni riguardanti lo stile di vita: «Negli ultimi anni è stata abbandonata la teoria della colpa, che prevedeva: «Se mangi meno e fai movimento, dimagrisci» e che conduceva a una stigmatizzazione dei pazienti obesi. Le evidenze scientifiche hanno sconfessato questa teoria e oggi sappiamo che l’eziopatogenesi dell’obesità è in gran parte indipendente dalla volontà del paziente. Esistono, per esempio, alterazioni a livello dei neurotrasmettitori e ormonali, ancora poco conosciute, che predispongono all’obesità.

Ovviamente più un paziente è collaborativo e maggiori saranno i risultati ottenuti, ma se noi andiamo ad agire sul meccanismo di mantenimento dell’obesità, riducendo le dimensioni dello stomaco e inducendo meccanismi di malassorbimento, che permettono di ridurre l’assimilazione dei grassi, siamo in grado di ottenere lo stesso ottimi risultati. In generale, la chirurgia bariatrica è efficace per 80% dei pazienti gravemente obesi. Ovviamente i migliori risultati si ottengono nei pazienti aderenti alle cure, che seguono e vengono alle visite del follow-up, dove siamo in grado di diagnosticare anche eventuali problematiche post-operatorie a lungo termine, rare ma curabili con piccoli accorgimenti nutrizionali».

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