Rimini, la boutique Galassi compie cento anni

Rimini

Dalle cravatte ai Levi’s con furore. La boutique “Galassi” festeggerà i 100 anni di attività nella cornice del Teatro Galli, al bar del Grifone. «L’appuntamento è previsto entro il mese di maggio, alla presenza di istituzioni e clienti storici, andamento pandemico permettendo», svela il titolare Federico Galassi, terza generazione al timone del negozio punto di riferimento per i riminesi dal 1922.

La storia

Fondata da Pio, che aveva studiato a Parigi, la sartoria viene aperta in via Gambalunga prima di trovare sede definitiva in piazza Giulio Cesare, ora ribattezzata Tre Martiri. Dagli anni Cinquanta fa la sua comparsa in bottega il figlio Aldo, affiancato nel 1991 dal nipote del capostipite, Federico appunto. Al gusto di questa famiglia si sono affidati non solo i riminesi, ma anche molti turisti, passando per artisti del calibro di Lucio Dalla «che qui acquistava i jeans», all’attore Gian Maria Volonté e al cantante Fred Buscaglione «che invece prediligevano capi più classici». Tra le celebrità anche il poliedrico Giorgio Gaber e lo scrittore Giampaolo Pansa, oltre ai tanti pittori che hanno lasciato disegni con dedica, dal pittore russo Rustam Khamdamov all’illustratore italo svizzero Vincenzo campanile, incluso Tonino Guerra.

Pionieri nelle vendite

Non manca neppure la ciliegina sulla torta del primo secolo di attività. Vantano un record i Galassi che negli anni furono fra i primi in Italia a mettere sul mercato i jeans Levi’s, poi divenuti iconici. «A mio nonno che era un sarto si drizzarono i capelli quando vide questo strano pantalone di tela, ma mio padre comprese la portata della novità che furoreggiava in America, decidendo di procedere all’ordine». Fu un successo immediato, il negozio arrivò a venderne 500 al mese, perciò si creò un reparto apposito, dove una commessa armata di pinze aiutava i clienti a chiudere la cerniera dei jeans allora molto rigidi.

Le difficoltà

Avere un negozio nel cuore della città offre vantaggi, ma si porta dietro qualche croce. «Negli ultimi 15 anni sono scomparsi i trequarti dei parcheggi - rimarca -. E purtroppo non tutti i clienti riescono a spostarsi in bici o sui mezzi pubblici, trascinandosi dietro gli acquisti». Ciò che rimane invariato e dà linfa al futuro è invece «il rapporto di fiducia che si instaura con il cliente». Altrettanto limpidi i punti cardinali di un viaggio durato un secolo. «L’eleganza è l’attenzione per gli accostamenti, seppur nel rispetto della propria persona e indole». Nessun dubbio poi sul must della stagione, ovvero «giacche leggere di lino o traforate, ossia realizzate in un tessuto particolare fresco e traspirante», come rileva, mentre l’elemento passepartout per chi non riesce a tornare a casa sino a sera resta la giacca, «su cui giocare cambiando accessori». Al netto dei valori ricevuti, rappresentare la terza generazione, riflette Federico, «è un privilegio su cui impegnarsi anche a saracinesca abbassata, aggiornandosi e continuando a studiare stoffe e stili, per mantenere un determinato livello».

Gli episodi

A seguire pesca un episodio tragicomico dal molo dei ricordi. «Nel secondo dopoguerra venimmo svaligiati e un cliente si fece subito vivo, per reclamare un forte rimborso, dicendo di aver lasciato un taglio di tessuto prestigioso per un abito su misura. I miei erano distrutti: la ripartenza pareva rovinata - fa presente Federico -. Quando riuscirono a recuperare la refurtiva in un podere verso Covignano, mio nonno constatò che la pezza di quel cliente era di infima qualità e che aveva tentato di ingannarci in un momento difficile. Così quando varcò la porta, gli tirò in testa la stoffa, facendolo fuggire a gambe levate». Non andò così bene durante il secondo furto «che si registrò negli anni Novanta con un notevole danno». Segue in rassegna un episodio di tono più leggero. «Quando gli ordini contavano su volumi più consistenti, nel boom degli anni Settanta, un camion si fermò in piazza, scaricando 40 scatoloni di merce che una volta impilati formarono un vero e proprio muro. A quel punto si formò un capannello di curiosi e arrivò persino la Guardia di finanza. Così mio padre dovette uscire dal negozio, per chiarire la situazione». Dal passato al futuro, si fa il punto sulla quarta generazione dei Galassi che, conclude Federico, ha deciso di proseguire con gli studi. Una decisione appoggiata con orgoglio dall’intera, storica famiglia che è una pietra miliare della storia di Rimini.

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