La blogger Federica Gif e le ricette che fanno stare bene

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Ha 35mila e 700 follower su Instagram, dove il suo profilo la descrive come blogger ed evidenzia la passione per le ricette sane. In realtà la riminese Federica Gif, non si sente né pienamente blogger, ne pienamente influencer. «Mi piace l’idea di veicolare le persone che mi seguono verso uno stile di vita più sano e sostenibile – racconta lei stessa – suggerendo ricette sane, sottolineando l’importanza dello sport, dando suggerimenti per gravare meno sul pianeta».

Le sue collaborazioni sono poche, selezionate con cura e consiglia solo le aziende che le piacciono.

«Presto consulenze anche a grandi aziende per migliorare i loro prodotti. Amo scrivere di cibo, buono, situazioni piacevoli, ristoranti e hotel che mi hanno impressionato positivamente. Così per me la condivisione ha un senso e può essere utile anche ad altri per un consumo più critico e consapevole».

Federica, come si è appassionata all’alimentazione naturale?

«La cucina ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella mia vita, mi sono appassionata sin da bambina. Il martedì quando la mamma non lavorava, si faceva la pizza in casa e io ero incaricata a farcirla con la classica ma mai banale salsa di pomodoro e dadolata di mozzarella. Scoprivo così la magia del forno e del profumo che si liberava nell’aria durante la cottura. E poi c’era la nonna che, armata di pazienza, mi faceva cucinare al suo fianco e mi insegnava a fare la piada... Ricordo con entusiasmo i primi incontri di sapori tra piada, squacquerone, verza e olive amare e la piada con sardoncini, radicchio e cipollotto».

Ingredienti di mare e di terra…

«Sì, la cucina che mi ha iniziata alla cucina stessa è concreta, un po’ di mare e molta parte di terra e sabbia, un po’ come la città in cui sono nata. Inoltre la nonna mi ha insegnato a riconoscere le erbe di campagna, un cibo ricco di sapore a disposizione di tutti in modalità gratuita, per lei la malva era il rimedio per tutti i mali e io oggi la coltivo in prima persona; chi mi segue sui social lo sa bene».

Ha ricevuto tanti premi e riconoscimenti. Che significato hanno per lei, una conferma del suo talento?

«Sono stati una gradita sorpresa, mi hanno posta di fronte al fatto che molte persone ritenevano utile il mio operato, amavano la cucina naturale senza sovrastrutture ed erano sempre alla ricerca di spunti o idee utili per trovare facile risposta alla ricorrente domanda: cosa preparo oggi per pranzo o cena? Non l’ho mai vissuta come una conferma del mio “talento” però è certo che la passione, la dedizione e la pratica aiutano a raggiungere piccoli e grandi traguardi. Forse la mia dote è quella di sapere comunicare l’entusiasmo; la sincerità e la passione passano anche attraverso i social».

Come vive l’esperienza della cucina in tv o alla radio?

«Le vivo sempre come una bella novità, amo la radio e mi piacerebbe imparare a comunicare a parole il sapore di un piatto in mancanza di immagini, riuscire a imprimere e trasferire agli altri i profumi, i sapori, i colori. In radio come in televisione i tempi sono tiranni, spazio temporale per lunghe descrizioni e sfumature lessicali non c’è. Serve immediatezza, di certo è benvenuta una buona parlantina. La tv ha un effetto più immediato, ti permette di arrivare a tanti in poco, a volte rischia di essere anche un po’ riduttiva, ma sempre là arriva. A me piace leggere le particolareggiate descrizioni nelle ricette di Pellegrino Artusi, guardare la cucina rurale raccontata nei documentari come “Geo”, dove si riportano le tradizioni e talvolta si evidenziano le evoluzioni rimanendo sempre fedeli a una buona materia prima, mi interessa guardare da dove nascono gli ingredienti che utilizziamo per mettere in tavola piatti che hanno fatto la storia. La cucina quando è raccontata con cultura e passione sa essere altamente affascinante».

Diverse le sue collaborazioni con Fondazione Umberto Veronesi e con la Lilt. La sua attività è anche una missione sociale?

«Certo, nel mio piccolo ho sempre pensato di fare cosa utile pubblicando ricette sane. Per farlo seguo in linea di massima le raccomandazioni del Codice europeo contro il cancro stilate dall’Oms. Inoltre collaboro con importanti centri di ricerca, con brave/i nutrizioniste/i, questo non fa di me un medico ma mi rende più fiera di quello che faccio; sapere che le ricette siano anche in qualche modo approvate mi rende più serena, spero di fare un servizio utile».

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