L'ospedale di Imola guarda al futuro col robot chirurgico avanzato

Archivio

Da inizio settimana l’ospedale di Imola ha fatto un ulteriore salto nel futuro. «Un biglietto di solo andata – ha rimarcato il direttore generale, Andrea Rossi – che porta la nostra struttura a crescere in reputazione, qualità del servizio reso, attrazione sia di professionisti sia di pazienti e nella capacità, operativa, formativa e di ricerca, nel fare rete a livello sanitario metropolitano».

Robot chirugico

Lo ha fatto grazie a un’importante donazione, in termini strumentali ed economici, da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, dotandosi di un robot chirurgico di ultima generazione, chiamato “Da Vinci”. Tecnologia robotica al servizio della sanità pubblica, che nei primi tre giorni di questa settimana ha già operato tre volte, all’interno della sala 7 dell’ospedale, con ottimi risultati in termini operativi e nel decorso post operatorio. I pazienti ieri erano tutti già stati dimessi. «Si tratta – conferma il presidente della fondazione, Rodolfo Ortolani – di un intervento economico importante e impattante, anche se sussidiario a quello che verrà sostenuto dal pubblico, che però rientra appieno nella mission della Fondazione».

Cos’è Da Vinci

Il sistema, composto da una console chirurgia, un carrello per il paziente e un’unità di elaborazione video, è a tutti gli effetti un vero e proprio robot chirurgico. Guidato da un professionista formato e da un équipe di sala altrettanto preparata, rappresenta l’ultima frontiera della cosiddetta chirurgia mininvasiva traducendo i movimenti del chirurgo in modo intuitivo e permettendo una visione tridimensionale del campo operatorio. Gli ambiti di utilizzo spaziano dall’urologia alla chirurgia generale passando per ginecologia, otorinolaringoiatria fino ad arrivare alla chirurgia dei trapianti.

Sostenibilità metropolitana

La sostenibilità di questa dotazione, in termini economici e operativi, è data dalla stretta collaborazione tra l’Ausl imolese e il Sant’Orsola di Bologna. Se da un parte la Fondazione permette, con il proprio contributo posto a finanziare il noleggio del robot per tre anni, estendibili ad altri due, dall’altra l’Ausl avrà in capo i costi di manutenzione, gestione e dotazione delle strumentazioni utilizzate dal robot. Spese che grazie ai vantaggi legati alla riduzione dei tempi di decorso post operatorio e delle eventuali complicazioni, saranno riequilibrate soprattutto dall’incremento del numero delle operazioni. Per ora di chirurgia generale e urologia. Per il 2023 l’Ausl stima infatti di arrivare a 150 interventi per il bacino di Imola a cui si dovranno aggiungere un centinaio svolti da professionisti del Sant’Orsola sul bacino metropolitano. Numeri che cresceranno poi nel 2024, arrivando a circa 300 casi all’anno e arriveranno a circa 350 nel 2025.

Ginecologia interessata

Un possibile ulteriore step di utilizzo di questo robot potrebbe essere quello di Ostetricia-Ginecologia visto che nella prossima settimana, dopo la pensione del primario Zucchini, l’Ausl imolese presenterà il sostituto. Non c’è ancora il nome ma lo stesso direttore Rossi conferma come «il professionista possieda già la formazione e le competenze di chirurgo robotico».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui