RAVENNA – Il numero di morti registrato in provincia di Ravenna è ancora superiore a quello che si registrava in media nel periodo tra il 2015 e il 2019. Lo attesta l’Istat, che ha contato per lo scorso anno un totale di 5.161 decessi. Sono ancora 446 in più dei 4.715 che normalmente erano conteggiati nei cinque anni pre Covid, con un eccesso di lutti che sfiora il 10%. I dati sono però in calo rispetto al primo anno di coronavirus, quando si arrivò ad un totale di 5.299 morti e anche sul 2021 – l’anno in cui è stato introdotto il vaccino, ma anche quello in cui il coronavirus si è diffuso molto sull’onda di nuove varianti – in cui il dato è arrivato a quota 5.283. Il confronto tra il periodo pre Covid e quello in cui il virus ha ricominciato a circolare serve a capire quanto questi stia influenzando i decessi in Italia. Il metodo statistico, spiegato dall’Istat stesso, è piuttosto semplice: il coronavirus pesa sulla mortalità sia in maniera diretta sia in modo indiretto, con cause ad esso correlate. Un esempio? L’ingolfamento della sanità o la paura di recarsi in ospedali può aver fatto rinviare alle persone cure o esami che avrebbero potuto salvare loro la vita. Nel 2022 però, c’è stato anche un altro fattore che ha avuto un peso: il caldo. Luglio e agosto sono stati mesi difficili da questo punto di vista. Rispetto alla media 2015-2019, 121 decessi in più (78 a luglio, 43 ad agosto) sono dovuti secondo quanto scrive l’Istat alle temperature bollenti di quei mesi. Nei due anni precedenti le morti nei due mesi estivi erano invece in linea con il periodo.
I mesi più pesanti dal punto di vista numerico sono stati però gennaio (con 530 morti) e dicembre (507). Va ricordato che l’avvio del 2022 era stato caratterizzato dall’arrivo della variante Omicron. Per quanto meno letale delle precedenti (anche grazie alla diffusione del vaccino), questa “versione” del Covid era molto più contagiosa e ogni giorno i positivi registrati su base provinciale erano migliaia in più. La prima impennata tra novembre e dicembre, poi tra l’inverno e la primavera la crescita è stata sempre più veloce. Se gennaio rispecchia la “fiammata” autunnale, l’eccesso di mortalità di aprile (54 morti in più rispetto alla media) e maggio (36) riflette i tanti casi registrati nei mesi precedenti.
Dopo l’estate i dati sono tornati in linea con la media, mentre a dicembre i decessi mostrano un eccesso di 84 unità. Probabilmente in questo caso pesa il ritorno dell’influenza che, come detto a più riprese dai medici, in quel periodo si è sovrapposta al Covid con una forma particolarmente virulenta: la cosiddetta “Australiana”. Che la situazione stia però tornando verso la normalità lo mostra un altro dato: i ravennati morti nella fascia d’età tra i 65 e i 74 anni anni sono tornati in linea con il 2015-2019 mentre gli over 85 morti sono 354 in più. La fascia d’età tra i 75 e gli 84 anni conta invece 76 vittime in più. In sostanza l’eccesso di mortalità dello scorso anno si è concentrata soprattutto sulle fasce d’età più avanzate, quelle più vulnerabili a caldo, influenza e anche alle forme meno letali di Covid.